Indipendentemente dai pretesti utilizzati da entrambe le parti, il conflitto militare in Ucraina è il risultato dell'intensificarsi delle rivalità tra i due campi contrapposti, incentrate principalmente sulle sfere di influenza, quote di mercato, materie prime, progetti energetici e vie di trasporto,
rivalità che non possono più essere risolte con mezzi diplomatico-politici e fragili compromessi.
Da un lato, ci sono gli USA, la NATO e l'UE, che supportano il governo reazionario di Kiev, le organizzazioni paramilitari e i gruppi fascisti in Ucraina che promuovono da anni le loro posizioni (allargamento della NATO ai paesi dell'Europa orientale, scudo antimissile, ecc.) con l’obbiettivo l’accerchiamento economico, politico e militare della Russia.
Dall'altra parte c'è la Russia capitalista, che promuove i suoi piani di unificazione capitalista dei paesi dell'ex URSS , che negli ultimi anni è arrivata a includere la Crimea nella Federazione Russa e, più recentemente, a riconoscere l' "indipendenza" delle cosiddette "Repubbliche popolari" di Donetsk e Lugansk.
Indipendentemente dai
pretesti utilizzati da entrambe le parti, il conflitto militare in Ucraina è il
risultato dell'intensificarsi delle rivalità tra i due campi contrapposti,
incentrate principalmente sulle sfere di influenza, quote di mercato, materie prime,
progetti energetici e vie di trasporto,
È la
conferma che la guerra costituisce la continuazione della stessa politica con
altri mezzi violenti.
È la prova che la guerra imperialista, la morte e la distruzione
che provoca, nasce inevitabilmente dall'antagonismo capitalista.
Il conflitto bellico è tra
due paesi, Russia e Ucraina, i cui popoli hanno vissuto per decenni in
fratellanza e sono progrediti pacificamente sotto il socialismo.
È questa memoria storica dei due popoli che entrambe le parti stanno cercando di cancellare, usando l'anticomunismo e l'antisovietismo.
La storia, però, non si
cancella; al contrario, dimostra che la via d'uscita sta nel conflitto con il
sistema capitalista che genera povertà e guerra.
Questa
è l'altra via che questi popoli, tutti i popoli, devono seguire oggi.
Il confronto bellico odierno
sta sfociando in un conflitto bellico di dimensioni imprevedibili, tanto più
che è legato al confronto più generale (USA - UE - Cina - Russia ecc.) per il
primato nel sistema imperialista.
Le
vittime sono ancora una volta i popoli dei paesi coinvolti, e non solo loro,
poiché le implicazioni economiche e geopolitiche di questo conflitto riguardano
i popoli di tutto il mondo.
L’Italia partecipa attivamente da semplice spettatore a questi
antagonismi imperialisti, nonostante saremo i più penalizzati dalle sanzioni.
Come in tutte le cose per capirne lutilità, bisogna capire a chi conviene, chi ci guadagna.
Ma da qualche anno gli usa
esportano un tipo di gas GNL, trasportato con navi cisterne, ma dai costi
altissimi a confronto del metano Russo.
Ma ovviamente se la Russia chiude,
(o la fanno) chiudere i rubinetti), allora ecco che il Gas GNL Usa, anche se con prezzi tripli, è l’unica alternativa, e come annuncia il Financial
Times: “le navi cisterna di “LNG” stanno tornando in Europa. Sarà una fortuita
coincidenza ?.
I governi Italiani hanno sostenuto tutte le decisioni e i piani
della NATO riguardanti l'allargamento di questo organismo assassino e
l'accerchiamento della Russia.
Il nostro paese diventa così
"carnefice" di altri popoli, ma allo stesso tempo può anche diventare
una "vittima", poiché diventa automaticamente il bersaglio di
possibili ritorsioni, come la Russia ha già avvertito.
Il governo violando l’art.11
della costituzione italiana, manda militari e fornisce armi alla milizia
Ucraina, nonostante la legge n. 185 del 9 luglio 1990 vieta l'esportazione ed
il transito di materiali di armamento verso i Paesi in stato di conflitto
armato.
Intanto le prime conseuenze le stiamo già
pagando, con il carovita, l'aumento dei prezzi del carburante, la povertà
energetica e gli armamenti.
La
risposta a favore degli interessi del nostro popolo non è di schierarsi come
popolo e come paese con un polo imperialista o l'altro.
Il
dilemma non è USA o Russia, NATO o Russia.
La
lotta operaia e popolare deve tracciare una linea indipendente da tutti i
progetti borghesi e imperialisti.
Di
fronte al nuovo crimine la risposta può essere solo una: No alla guerra imperialista.
Solo
i popoli possono condannare le classi borghesi e i governi dei loro paesi, che
li stanno portando al massacro, sia in Ucraina che in Russia, ovunque.
La partecipazione e il coinvolgimento dell’Italia deve essere fermata immediatamente.
Chiudere ora le basi militari USA-NATO nel nostro paese.
Rafforzare la lotta per lo svincolamento dalle unioni imperialiste della NATO e
dell'UE, con il popolo padrone del proprio paese".
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