Colpisce
la durezza con cui Landini e Airaudo stanno lavorando alla cacciata della
sinistra Fiom dalla segreteria nazionale.
Colpisce
perché mai era stato messo in discussione in Fiom il diritto al dissenso, la
possibilità cioè che su alcune questioni si potessero registrare opinioni
differenti anche all'interno della segreteria. E' sufficiente leggere dal sito
Fiom i materiali dei comitati centrali degli ultimi dieci anni per averne
testimonianza indiscutibile. Mai nessun segretario generale era arrivato al
punto di convocare il comitato centrale a porte chiuse, peraltro con un ordine
del giorno inquietante: “rapporto politico sull'organizzazione”, per porre in
discussione l'opportunità della mia presenza in segreteria.
Mai
si era arrivati al tentativo, peraltro infruttuoso, di azzerare la segreteria
con le dimissioni di due segretari su 4 pur di cacciare il dissenso.
Perché?
La questione è squisitamente politica,
nonostante i goffi tentativi di qualcuno di metterla sul piano personale.
C'è la svolta della Fiom, radicale,
netta.
così inizia
il commento di Sergio Bellavita seg. Fiom espulso da Landini, che pone la
necessità di rilanciare la rete 28 aprile, ossia un'opposizione all'interno
della Fiom.
Le scelte del segretario nazionale della Fiom di cacciare
dalla segreteria la sx fiom è una scelta politica, nessuno deve mettere in
discussione le scelte della Fiom e tantomeno porre degli altolà alla Cgil.
E' chiaro che tale scelta condizionerà enormemente le linee politiche
della FIOM, e sposterà l'asse sempre più a dx, fino a rientrare su posizioni
comuni con Fim e uilm, proprio come sempre voluto dalla Cgil.
ed è chiaro che tutto ciò si ripercuoterà sulla base della
Fiom, e i primi segnali si sono visti proprio a Pomigliano dove l'indicazione
che viene dalla Fiom alle proprie Rsu è di partecipare alle iniziative con il
sindacalismo di Base nello specifico Slai-Cobas ma a titolo personale, o come
richiesto dai delegati Fiom come comitato dei cassintegrati, senza che compaia
la bandiera Fiom, in modo che l'organizzazione ne resti fuori.
Il tutto si ripete, l'inizio del rientro Fiom, la
rivendicazione di ricostruire la Fiom attraverso le correnti all'interno, sono
scenari già visti e prassi già consolidate che non conducono a nulla tranne ad
illudere quei compagni più combattivi presenti all'interno dell'organizzazione.
percorsi già praticati prima con essere sindacato, poi con
alternativa sindacale, confluita poi nella rete 28 aprile, oggi ci risiamo con
la solita manfrina.
Sono anni che la Fiom e la Cgil sono identici a Cisl e Uil
se non peggio perchè alimentano false speranze, oggi abbiamo bisogno di altro
di costruire un movimento sindacale vero forte anticapitalista e sopratutto di
classe e ciò deve avvenire partendo da quello che abbiamo ossia da tutte quelle
forze sindacali che hanno sempre respinto il "falso" piano Marchionne.
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