Letta tuona “questa volta nessuno mi potrà fermare”, usando
tono e parole da resa dei conti più adeguati ad un “mafioso” che ad un civile
dibattito istituzionale.
C’ è chi ritiene che
abbia ragione, che faccia bene, che questo piglio deciso possa cambiare in
meglio il paese.
Chi pensa ciò, gli consiglio di uscire ora di casa, e di
guardare quel pezzettino d’Italia che gli sta attorno,
se vede un paese sereno, speranzoso, che guarda con ottimismo e fiducia al domani, allora credo sinceramente che faccia bene a stare lì dove si trova, a lasciare che il Presidente del Consiglio vada avanti pretendendo che nessuno lo fermi.
se vede un paese sereno, speranzoso, che guarda con ottimismo e fiducia al domani, allora credo sinceramente che faccia bene a stare lì dove si trova, a lasciare che il Presidente del Consiglio vada avanti pretendendo che nessuno lo fermi.
Si può pensare che le manifestazioni non servano, che non
serva mobilitarsi, perché manifestare, protestare sono altra cosa rispetto alla
politica.
Ditelo agli egiziani.
Ditelo ai tunisini, agli albanesi. Ditelo a chi è dovuto arrivare alla
disperazione più nera e totale, prima di trovare la forza di superare le
divisioni, le perplessità e i dubbi, peraltro legittimi, anzi. Perché non si
tratta, ora, di stare dalla parte giusta, di capire chi sono i buoni e chi i
cattivi, come se esistesse una linea netta che li separa. Si tratta, più
semplicemente, di immaginarci da qui a venti, trent’anni, e di immaginare quale
Italia vorremo raccontare ai nostri figli e ai nostri nipoti, e di pensare a
che cosa risponderemo quando ci verrà chiesto “tu dov’eri?”, “che cosa facevi?”
In Italia il nodo è arrivato al pettine, e dopo aver
distrutto la classe operaia, i movimenti
di lotta, l’idea stessa del conflitto sociale, si è passati alla distruzione di
una vera rappresentanza sindacale, eliminando la possibilità per i lavoratori
di scegliere da chi farsi rappresentare.
Fino a snaturale e ad eliminare uno dei capisaldi della
difesa del lavoratore ossia l’art.18. e a nulla è servito che i parlamentari
del M5s avanzassero una proposta di legge
per il ripristino dell’art.18,
in parlamento sempre
in modo bipartisan si sono espressi contro.
Una volta ottenuto ciò, si è andati oltre stravolgendo l’idea
di democrazia che avevano i nostri padri costituenti, attuando un vecchio sogno
della massoneria, ossia di dare il potere nelle mani di pochi eletti, da loro,
senza che vi sia nessun vincolo o intoppo, ossia il presidenzialismo o semi.
Per far ciò ecco che si attacca l’art 138 della costituzione.
Tanti partiti politici hanno organizzato un’ iniziativa per
la difesa della Costituzione, si tratta di iniziative lodevoli ma purtroppo
datata e fuori tempo massimo.
La Costituzione non
si difende soltanto impedendone la manipolazione che ne vogliono fare i partiti
che stanno in Parlamento.
Si difende dalla cosidetta "costituzione
materiale" che di fatto ne ha demolito principi fondamentali.
Mi riferisco a tutta
la parte relativa al lavoro; che con la
legge Fornero e prima di questa la famigerata legge Biagi partendo dal
pacchetto Treu, è stata azzerata.
Senza art.18 sarà difficile realizzare le tutele della
Costituzione. Inoltre bisognerebbe rivedere dal profondo il rapporto tra
legislazione italiana e legislazione europea ed il peso che la triade BCE FMI e
UE ha sull'Italia.
Bisogna riconsiderare
il trattato di pace imposto all'Italia settanta anni orsono e gli accordi
bilaterali che regolano le basi militari USA in Italia.
Di fatto l'Italia è considerata nazione sconfitta e come
tale ancora oggi trattata.
Il nostro territorio
nazionale è enclavizzato da basi sulle quali non abbiamo nessuna sovranità.
Sono decine le guerre che hanno visto la partecipazione
dell’Italia con la subalternità
bipartisan delle forze politiche, dei vari governi , la complicità del
presidente della repubblica che da garante della costituzione ha taciuto più volte
per la violazione dell’art. 11,
nascondendo l’infamia di una guerra con la dicitura di “Missione Umanitaria”.
Ora, apparentemente l'Italia non parteciperà alla guerra alla Siria, ma praticamente ci saremo dentro fino al collo
perchè gran parte delle aggressioni ai
siriani partirà proprio dal territorio italiano.
E tutto ciò non è certamente frutto esclusivo della destra o
del puttaniere, ma vi è sempre stata una responsabilità bipartisan come ama ripetere il non mio presidente della
repubblica, e non solo responsabilità del PD, ma anche di quella sx cosiddetta antagonista, che continua nella sua
camaleontica metamorfosi.
Nel PD c'è una corsa a mettersi sotto le bandiere di Renzi
che a quanto pare gode della fiducia del ceto moderato agiato e financo degli
ambienti che lambiscono l'area della destra berlusconiana, fino ad arrivare
alla sx moderata dei vendoliani.
Il PD sta liquidando
la sua vecchia classe dirigente di origine comunista e si ricicla nel nuovo PD
che sta nascendo.
A me Renzi sta sommamente antipatico ed ancora più di lui il
PD. Ma sono destinati ad occupare l'area della grande palude del centroitaliano
che ha egemonizzato anche parte dell'elettorato di sinistra.
Cgil, Cisl ed UIl fanno il gioco del partito che sta per
rinnovarsi, dopo tutto le “responsabilità o i meriti” di tale sfascio è anche
loro.
A destra il ciclo di Berlusconi si è concluso. In ogni caso
la destra moderata italiana ha una influenza su almeno dieci milioni di
elettori.
Tutto ciò ci impone una necessità.
L'esigenza di un Partito Comunista nella fase attuale è data
dalla centralità nel mondo in cui viviamo della contraddizione tra capitale e
lavoro, sulla base della quale si sviluppa la lotta di classe a livello
nazionale e internazionale.
Solo in un Partito Comunista questa contraddizione
costituisce il fulcro intorno al quale si sviluppa un grande progetto di
avanzamento dell'umanità, nel senso di una liberazione delle masse lavoratrici
dalla schiavitù salariata e di emancipazione dei popoli del mondo
dall'oppressione imperialista.
Se non si capisce ciò, è evidente che si finisce per
abbracciare altri progetti di altre forze di sinistra, le quali professano la
risoluzione pacifica e conciliante del conflitto tra capitale e lavoro
all'interno dei rapporti di produzione capitalistici o che antepongono ad esso
temi parziali e secondari (tutela ambientale, questione di genere, ecc.).
Da un Partito Comunista questi temi che ho definito
secondari e le lotte parziali nell'ambito del sistema capitalista vanno
perseguiti con il fine di far avanzare le classi lavoratrici verso il loro
obiettivo storico, cioè il Socialismo, raggiungibile, specialmente nei Paesi
capitalistici avanzati e di lunga tradizione politica liberale, solo dopo una
lunghissima "guerra di posizione", in cui bisogna difendersi dagli
attacchi dell'avversario, consolidare le proprie posizioni e conquistare punti
di lotta avanzati.
Le ragioni dell’esistenza di un Partito Comunista ci sono
tutte; occorre impegnarsi nella sua costruzione a partire dall’esistente.
Abbiamo di fronte a noi tante battaglie per la difesa della
Costituzione Italiana e per la sua applicazione.
La difesa della Costituzione antifascista è un aspetto
essenziale della lotta di classe che si svolge in Italia ed è impossibile
concepirla senza i Comunisti e in nome di una concezione astratta dei diritti.
È bene ricordare che il testo fondamentale della nostra
Repubblica è frutto della lotta di classe e delle posizioni avanzate assunte
dalla classe operaia grazie alle grande lotta antifascista diretta dal Partito
Comunista Italiano e all’eroica vittoria dell’Unione Sovietica contro i
nazisti.
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