La Fiom nei fatti accetta il ccsl

Oggi si è svolta in fabbrica un’assemblea indetta dalla Fiom allo scopo di far votare i lavoratori  sulla proposta di piattaforma che intendono presentare.
Una piattaforma mai discussa con i lavoratori
tantomeno vista e letta ma bensì semplicemente illustrata dai vari esponenti dell’organizzazione.
Gli stessi più volte hanno sottolineato e acceso il dibattito sul fallimento del ccsl e sulle differenze dello stesso con il ccln dei metalmeccanici, una volta nostro contratto.
Rimarcando più volte che la Fiom non lo ha firmato e che mai lo avrebbe fatto, dichiarando che nella proposta contrattuale si rivendica l’adeguamento salariale, premi, diritti sindacali uguali al ccnl.
Evidentemente questi signori la piattaforma da loro presentata non la conoscono o sono in malafede,
vediamo perché.

I punti della piattaforma
Analizzando nello specifico la stesura della piattaforma si evidenzia  la volontà esplicita di accettare, riconoscere e sottoscrivere, magari un poco migliorato, il  CCSL voluto da Marchionne.
Se questo non fosse sufficientemente chiaro, nel capitolo Salario (su cui tornerò tra poco), si specifica chiaramente che l’unica cosa su cui si chiede di uniformare il Contratto FCA a quello nazionale sono i minimi tabellari.

Cosa peraltro che come dimostrano innumerevoli sentenze ed il precedente proprio dei CCNL separati metalmeccanici, dovrebbe già avvenire (ma non avviene) per legge nel rispetto dell’art.36 della Costituzione.

Null’altro invece vi si aggiunge.

Si rinuncia quindi al punto di fondo della battaglia iniziata a Pomigliano nel 2010: rivendicare il riconoscimento e l’applicazione anche in FCA del CCNL in toto come contratto di primo livello.

Se poi qualcuno avesse ancora dubbi, la piattaforma nel capitolo sulla contrattazione dichiara esplicitamente: “la negoziazione ed il confronto si articolano su più livelli (nazionale e di stabilimento) nel rispetto delle intese raggiunte”.

In un sol colpo si ribadisce ulteriormente che si riconosce, dunque si rispetta, il CCSL e in più si accetta la logica di divisione stabilimento per stabilimento da sempre alla base dell’intesa separata.

Dunque ci si dice che il CCSL è il contratto nazionale e che stabilimento per stabilimento si faranno contratti aziendali.

Ma l’aspetto più grave e significativo è il totale silenzio sul tema forse più importante, la limitazione al diritto di sciopero prevista dal CCSL.

Limitazione strenuamente contrastata e denunciata dalla loro O.S. (e dal sindacalismo di base) all’epoca e negli anni successivi come anticostituzionale.

Che in questa piattaforma non si chiarisca inequivocabilmente il rifiuto di quel “dittatoriale” “regime” sanzionatorio ma anzi nulla viene detto, è la dimostrazione della disponibilità ad accettare totale sudditanza pur di rientrare sui tavoli di trattativa ed essere nuovamente riconosciuti ed accettati dai vertici FCA.

Il testo presentato può essere definito ambiguo, lasciando ogni proposta  nell’ipotetico o peggio nella discrezionalità aziendale.

Si propone di modificare il numero ed il sistema delle pause in essere” (senza dire di quanto e come), “anche riconoscendo un trattamento salariale specifico per chi è impegnato in lavorazioni vincolate”

Chiunque fa contrattazione sa benissimo che una piattaforma per non essere aleatoria ed inefficace, deve comporsi di proposte precise e concrete.

Altrimenti sul tavolo di trattativa si lascia il pallino dell’iniziativa alla controparte che di certo, soprattutto in FCA, non ne ha proprio bisogno.

Questa piattaforma si limita ad elencare una serie di buoni propositi non concretizzati.

 Parlare di piena occupazione dei lavoratori precari cosa vuol dire nel concreto?

Il bacino in sé non è garanzia di piena stabilizzazione dei precari, come si declina quindi?

Quali sono i criteri di trasparenza che si chiedono per l’assunzione dei precari?

 “COSA INCREDIBILE”, è possibile che sia il sindacato a mettere in una piattaforma la richiesta di utilizzo eventuale della cassa integrazione a tutela dell’occupazione?

Caso mai lo si potrà fare nel momento in cui l’azienda dovesse dichiarare degli esuberi, che siano tra i diretti o tra i somministrati.
Perché per esempio non chiedere invece l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari attualmente in essere nel giro di un tempo definito
Ancora, come ci si può limitare a scrivere che si chiede di “modificare” il numero ed il sistema delle pause?

Viene istintivo chiedersi, modificare per aumentarle o per diminuirle?

Siccome supponiamo sia per aumentarle, di quanto?

In che modo?
Si chiede poi di “rinegoziare il trattamento in caso di malattia”.

Come lo si vuol rinegoziare? Per ottenere cosa?

Cosa ancor più agghiacciante, non solo non si fa alcuna richiesta in merito alla modifica alla radice di una tra le peggiori organizzazioni del lavoro esistenti, basata sul cosiddetto ERGO/UAS, foriera di condizioni lavorative a dir poco disumane.

Al contrario si chiede addirittura di coinvolgere gli RSL e il sindacato nello svolgere corsi di formazione per i lavoratori in cui spiegare come funziona l’attuale organizzazione del lavoro.
Peggio quando si arriva a parlare di turnistica.

Su questo versante non solo non ci si oppone nemmeno più formalmente ai 18 turni ma anzi si subordina la variazione della disciplina degli orari ad un semplice confronto (ovvero poco più di una comunicazione) e si propone di scambiare il disagio che ne consegue dal punto di vista della qualità della vita con un indennizzo economico naturalmente non quantificato che potrà tramutarsi in fantomatiche riduzioni individuali dell’orario.

Rinnegando nei fatti le lotte operaie esemplari dei 21 giorni di Melfi e dello stabilimento di Sulmona nel 2016 proprio contro la turnistica FCA?

 Dulcis in fundo sul salario.
A parte, come già detto, la richiesta dell’applicazione dei minimi del CCNL, si riconoscono la struttura e i principi politici alla base del salario aziendale così com’è, senza alcuna ulteriore specifica o modifica.

Un premio discriminatorio perché basato sulla presenza effettiva del singolo lavoratore in azienda e di fatto individuale perché diverso da stabilimento a stabilimento ma anche da lavoratore a lavoratore.

Ci si limita a chiedere un incremento, anche qui senza specificare di quanto, delle sue parti fisse chiedendo di aggiungere anche la redistribuzione di quantità non meglio specificate della redditività di gruppo o stabilimento.

Immancabile la richiesta dell’introduzione, anche qui senza fare cifre che non sia mai, dei flexible benefits, ovvero del pagamento in natura già presente nel CCNL.
Uniche richieste esplicite e precise sono l’aumento del contributo al fondo pensione da parte aziendale al 2% e l’aggiunta di una ulteriore ora di assemblea sindacale annua per parlare di temi inerenti la sicurezza.

La passione la rabbia l’emozione che quei compagni hanno evidenziato nell’illustrare quella piattaforma, se vera, dovrebbe farli riflettere e magari porsi qualche interrogativo e iniziare a rileggere con più attenzione il testo semmai lo avessero letto, altrimenti è evidente la loro subalternità all’organizzazione.

Da lavoratore mi rivolgo ai tanti compagni  iscritti a quella O.S. invitandoli a riflettere e a rigettare tale proposta, rivendicando la stesura di una proposta di piattaforma che nasce dal basso con il contributo di tutti i lavoratori.

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