Fine anno, in ricordo dei milioni di Achille.

Come tradizione  il presidente della repubblica fa un discorso al popolo conferendo gli auguri, un discorso che all’inizio elogiava e  ricordava, i valori della costituzione e dell’antifascismo,  il

Buon anno a chi non si arrende

Il Natale è come un'alba per l'umanità, è luce che nasce nel buio della storia, qualcosa che accende la speranza. E tutti, sia pure per un giorno soltanto, e in modo molto vago e inconsapevole, avvertono questo «qualcosa di misterioso» che è avvenuto e

Ciao compagno Madiba.

Il compagno Nelson Mandela, il leggendario Madiba, ci ha lasciato. Dopo una vita di lotta contro l'apartheid, per la giustizia e l'uguaglianza tra le genti il grande combattente del popolo sudafricano è morto

Una crisi di sistema

 In realtà, non possiamo analizzare la crisi ecologica globale separatamente dalla crisi in cui siamo immersi  dalla critica al modello economico che ci ha portato a queste cose.
E' inoltre necessario rifiutare la logica della massimizzazione del profitto del sistema capitalistico e

L'ipocrisia dei politici

Nuove fibrillazioni all'orizzonte per il governo delle larghe intese. 

Stavolta l’«alfetta»  (come etichettati da Marco Travaglio) rischia di scontrarsi con la Bossi-Fini sull'ipotesi  di  cancellazione della legge che ha introdotto il reato di immigrazione clandestina.

Ma chi sono queste persone che

La difesa della Costituzione antifascista


Letta tuona “questa volta nessuno mi potrà fermare”, usando tono e parole da resa dei conti più adeguati ad un “mafioso” che ad un civile dibattito istituzionale.

C’ è  chi ritiene che abbia ragione, che faccia bene, che questo piglio deciso possa cambiare in meglio il paese.

Chi pensa ciò, gli consiglio di uscire ora di casa, e di guardare quel pezzettino d’Italia che gli sta attorno,

SIRIA: preparazione dell’ennesima guerra imperialista con la consueta complicità mediatica.


Il solito schema della guerra in Libia e in Iraq, allora per spodestare Gheddafi e Saddam. Visto che “i ribelli” non riescono a vincere la guerra civile da soli, nonostante i generosi e pubblici aiuti dell'Occidente e delle petromonarchie del Golfo, ecco che la Nato si prepara ad attaccare la Siria in prima persona

Lettera al direttore dello stabilimento Fiat di Pomigliano

Egregio direttore Giuseppe Figliuolo, è con stupore che leggo sul quotidiano Il  Mattino la sua missiva, che identifica in chi protesta e sciopera,  per rivendicare il PROPRIO DIRITTO a lavorare  e a non essere discriminato, come violento.

Accordo truffa contro la Classe Operaia

Una settimana fa Confindustria e i vertici di CGIL, CISL e UIL hanno raggiunto un’intesa in materia di rappresentanza e rappresentatività sindacale.

Don Gallo “GUAI SE MOLLATE!” ciao compagno

"Comunque è vero, sono comunista. Non dimentico mai la Bibbia e il Vangelo. E non dimentico mai quello che ha scritto Marx".

“Alle ore 17.45 il cuore di Don Andrea Gallo ha cessato di battere, la comunità S.Benedetto e idealmente voi tutti siamo stretti intorno a lui”, è venuto a mancare nella sua Genova.

Napolitano non è il mio presidente


Da sempre napolitano non è il mio presidente, napolitano un europeista ed un atlantista, un socialdemocratico anti-operaio sciovinista ed interventista.

Ha lavorato al servizio degli americani logorando e distruggendo il più grande partito comunista nel mondo capitalista con la sua corrente di destra dei miglioristi raccogliendo l’eredità di Amendola.

Papa Francesco e la dittatura argentina

 tatto da Limes pubblicato il 10/04/2013-



Chi, invece, chiama direttamente in causa Bergoglio per i crimini commessi negli anni della dittatura militare è soprattutto un giornalista filo-governativo, scrittore e attivista argentino di nome Horacio Verbitsky. Il cronista, oggi 71enne, ha fatto parte dell’organizzazione armata dei Montoneros, oppositori della giunta militare negli anni Settanta, ma è diventato celebre soprattutto per la sua carriera di giornalista d’inchiesta. Verbitsky sostiene che Jalics, il quale ha 85 anni e vive ritirato in un monastero in Germania, si sia riconciliato non con Bergoglio ma con “quegli eventi, che per me sono un fatto concluso”.

Jalics non nega i fatti, che ha narrato nel suo libro “Esercizi di meditazione” del 1994: “Molta gente che sosteneva politiche di estrema destra non vedeva di buon occhio la nostra presenza nelle baraccopoli. Interpretavano il fatto che vivessimo lì come un appoggio alla guerriglia e si proposero di denunciarci come terroristi. Noi sapevamo da dove soffiava il vento e chi era il responsabile di queste calunnie”. In un altro paragrafo egli aggiunge che quella persona “rese credibile la calunnia valendosi della sua autorità” e “rese testimonianza, dinnanzi agli ufficiali che ci sequestrarono, del fatto che avevamo lavorato sulla scena dell’azione terrorista. Poco prima avevo manifestato a questa persona che stava giocando con la nostra vita”.

In una lettera scritta a Roma nel novembre del 1977 e rivolta all’assistente generale della Compagnia di Gesù, padre Moura, Orlando Yorio ha raccontato la stessa storia, ma sostituendo “una persona” con Jorge Mario Bergoglio. Faceva anche menzione delle critiche che circolavano nella Compagnia di Gesù contro lui e Jalics: “Fare strane preghiere, convivere con donne, eresie, impegno con la guerriglia”. Il primo articolo di Verbitsky risale all’aprile del 1999; lì si sosteneva che il neoarcivescovo di Buenos Aires” a seconda della fonte che si consulti è l’uomo più generoso e intelligente che abbia mai detto messa in Argentina o un machiavellico malfattore che tradì i suoi fratelli per un’insaziabile ambizione di potere. Forse la spiegazione risiede nel fatto che Bergoglio riunisce in sé due aspetti che non sempre vanno insieme: è un conservatore estremo in materie dogmatiche e possiede una manifesta inquietudine sociale. In entrambi gli aspetti assomiglia a chi lo pose alla guida della principale diocesi del paese, il papa Karol Wojtyla”.

È lo stesso concetto espresso giovedì 13 marzo quando la fumata bianca ha annunciato l’esito del conclave. Per Verbitsky, Massera aveva un rapporto diretto con la Guardia de Hierro, il gruppo della destra peronista in cui Bergoglio ha militato in gioventù e a cui Massera ha assegnato un funzionario di controllo a partire dal colpo di Stato, con il proposito di sommarlo alla sua campagna per l’eredità del peronismo.

Il giornalista sostiene che durante un’indagine ha trovato per caso nell’archivio del ministero degli Esteri argentino una cartella con documenti “scottanti” e ha chiesto subito a un notaio di certificarne la collocazione. Il direttore di allora, il ministro Carlos Dellepiane, li ha custoditi nella cassaforte per impedire che fossero rubati o distrutti. Secondo questi scritti nel novembre 1976, Jalics era fuggito in Germania dopo esser stato messo in libertà. Nel 1979 il suo passaporto era scaduto e Bergoglio aveva chiesto alla Cancelleria che fosse rinnovato senza che tornasse in patria. Il direttore del Culto Cattolico della Cancelleria, Anselmo Orcoyen, raccomandò di rifiutare la richiesta “in ragione dei precedenti del richiedente”, che gli furono forniti “dallo stesso padre Bergoglio, firmatario della nota, con speciale raccomandazione affinché non si desse luogo a ciò che sollecitava”. Diceva che Jalics ha avuto conflitti di obbedienza, un’attività dissolvente in congregazioni religiose femminili e che è stato “imprigionato” nell’Esma assieme a Yorio, “sospetto contatto di guerriglieri”.

Quindi, secondo Verbitsky, Bergoglio sarebbe un maestro del doppio gioco. Molto probabilmente in medio stat virtus e di sicuro una nomina papale così audace ha spinto diverse “fazioni” ad amplificare fatti verosimilmente accaduti.

A oggi, però, è opportuno ribadire che non è stato dimostrato alcun coinvolgimento di Bergoglio con i crimini della dittatura argentina. Inoltre, una notizia infondata è circolata subito dopo la nomina del nuovo pontefice e a crederci non sono stati soltanto distratti internauti, ma anche giornalisti di importanti testate nazionali. Il riferimento è alla foto che mostrerebbe Jorge Mario Bergoglio in compagnia del dittatore argentino Jorge Rafael Videla. Risultato? Il porporato insieme a Videla non è Bergoglio!

All’epoca in cui Videla era dittatore argentino, dal 1976 al 1981, l’attuale papa aveva poco più di 40 anni. Basterebbe questo per capire che la persona in compagnia di Videla non è lui. Infatti è un altro uomo di Chiesa: Pio Laghi, ex cardinale e arcivescovo scomparso nel 2009 all’età di 86 anni, nunzio apostolico in Argentina dal 1974 al 1980. Invece, passati soltanto 6 giorni dall’esito del Conclave, ecco che appaiono le prime fotografie di papa Francesco con la “ex” nemica argentina Cristina Kirchner.

Potere della Chiesa! Al contrario, non sono mai mancate immagini che ritraggono il cardinale Bergoglio con uno dei suoi più grandi estimatori, il governatore della Provincia di Buenos Aires, Daniel Scioli. In una recente intervista a Radio Mitre, il governatore sostiene che il nuovo papa ha una personalità “abbagliante” e che lo ammira per la sua saggezza. Inoltre, nonostante sia stato criticato più volte per essersi fatto riprendere insieme al cardinale Bergoglio, Daniel Scioli ammette: ” il porporato mi ha sempre trasmesso la formula delle tre p: pazienza, perseveranza e prudenza”.

Visto che papa Francesco è il pontefice dei primati…non si correrà mica il rischio di associargli anche la quarta p di peronista?

Ma in parlamento c’è un solo partito?


A pensarci bene  i partiti presenti in Parlamento sono tutti ideologicamente e politicamente affini con qualche variante di carattere populistica o semplicemente non di rilievo.

Sono tutti di destra, se mi si fa passare una denominazione che potrebbe essere grossolana ma che esprime perfettamente la natura la realtà ed i blocchi sociali che li sorreggono.

 E' certamente di destra il PDL che si raccoglie attorno a Berlusconi, odia lo Stato e lo usa soltanto per foraggiare largamente la borghesia parassitaria e parte della imprenditoria che vive del lavoro che fa per conto della pubblica amministrazione.

E' di destra il partito di Monti, una destra rigorosa che raccoglie l'élite dei ricchi del Nord e che si identifica pienamente con la nuova fase di potenza della borghesia occidentale rappresentata dalla troika:
Fondo Monetario Internazionale, BCE ed Unione Europea.

 E' di destra separatista e xenofoba la Lega;

E’ diventato di destra, il PD, maturando questa scelta nel tempo.

Il PD è come sappiamo il prodotto di due culture politiche quella della DC, DC di sinistra che si raccoglieva nella Margherita e del PCI migliorista, diventato alla Bolognina DS che aveva abiurato il socialismo, la rivoluzione d'ottobre, Stalin e l'URSS scegliendo di diventare non un partito socialdemocratico ma soltanto democratico, o meglio una nuova Democrazia Cristiana.

  Il PD quindi oggi è un partito che pur continuando ad essere votato da un elettorato fidelizzato proveniente ancora dai vecchi PCI e DC non è più e neppure alla lontana un partito dei lavoratori e del ceto medio.

Infatti ha candidato persone del mondo della imprenditoria e con cariche di enorme rilievo nelle associazioni padronali.

 Il PD è un partito che è nei canoni richiesti dalla Trilaterale che vorrebbe essere europeista quanto Monti e forse di più, anche se recentemente si è accorto che il  suo appiattimento sull'establishment europeo era diventato troppo scandaloso. 

E' anche un partito di persone che ritengono Bersani la continuazione dei segretari del vecchio PCI e che continuano a pensarlo come un partito comunista e continuerebbero a farlo anche se dovesse mettere in catene gli operai.

Poi c’è Grillo e il M5S, che all’inizio sembrava proporre politiche anti europeiste, come la nazionalizzazione delle grosse imprese, salario sociale, riduzione dell’orario di lavoro, riappropriazione dell’autonomia monetaria, ecc.

 ma oggi nello scontro con chi propone un governo insieme al Pd, invece di evidenziare le differenze politiche e programmatiche, ossia

  • §  “non è possibile un’alleanza con chi propone la continuità con le politiche liberiste capitaliste imposte dalla Troika, politiche che ci hanno condotto all’attuale crisi ”,


 si limita a dire che non è possibile governare con i partiti esistenti, perché ritenuti mangioni e scialacquatori, e nelle poche interviste ai parlamentari del M5s, si limitano ad evidenziare le riduzioni di stipendio e qualche spreco, e della necessità di ridurre le spese della politica.

 Si parla tanto dei costi della politica, della necessità di eliminare il sovvenzionamento ai partiti, ma siamo sicuri che ciò ci farà uscire dalla crisi, o è solo un palliativo, facciamo un po’ di conti,

§  La politica ci costa 6 miliardi di euro l’anno, troppi senza dubbio, ma briciole in confronto ai 9 miliardi che ci costa il vaticano, o i 100 miliardi del giochetto di speculazione sul debito pubblico, senza menzionare i miliardi di euro, 
scarica  IL DECRETO DI RIFINANZIAMENTO DELLE MISSIONI  di guerra decreto legge,  222  del 28/12/2012, o i due miliardi di euro x  l’acquisto di due sottomarini 212 A dalla Germania, per non parlare del pareggio di bilancio inserito in costituzione, del Fiscal Compact, e del M.E.S. (meccanismo europeo di stabilità) che ogni anno ci costerà  40 miliardi di euro per i prossimi 20 anni.

E di questo che si dovrebbe parlare e marcare le differenze, altrimenti il popolo non capisce, se la differenza tra le forze politiche in parlamento, è solo una questione di riduzione dei  costi, è naturale che non solo la gente comune, ma anche una parte di parlamentari del M5s si chiedano il perché non governare insieme, alla fine basta accordarsi sull’eliminazione degli sprechi, dopo tutto sono tutti d’accordo.

Se il M5s non evidenzia fortemente la differenza di linea politica, la necessità di uscire dal ricatto della troika, l’urgenza della riappropriazione dell’autonomia politica e monetaria e il piano del capitalismo europeo di un progressivo azzeramento della sovranità popolare, viene spontanea la riflessione che:
  In Parlamento  c'è un solo partito, la destra.

Per una contraddizione inquietante e per me inspiegabile e sconcertante la crisi spinge la gente verso destra.

In fondo se oggi abbiamo il dramma degli esodati, le riforme del mercato del lavoro, questo si deve non solo alla Fornero ed a Monti ma anche al PD ed alla CGIL che non hanno voluto difendere i diritti ad una giusta pensione ed alla giusta causa in caso di licenziamento.

   Insomma se in Parlamento la pensano tutti allo stesso modo e sono tutti varianti dello stesso tema, se tutti suonano la stessa musica, perchè non si mettono d'accordo e fanno un bel governo di regime tutto fatto delle varie destre italiane che sarebbe apprezzato dalla Merhel, da Barroso, dall'Ambasciatore USA, da WallStreet e quindi dai "mercati"?

 Perchè non si mettono tutti d'accordo e nominano un Presidente liberista ed europeista ed atlantista e magari donna così tutte le donne italiane ne sarebbero contente anche se poi farà come e peggio di un maschio il suo sporco lavoro di notaio ed esecutore delle decisioni della eurocrazia e del governo?

  A chi giova questa interminabile lite tra persone della stessa cultura sociale e politica?

riflessioni post elettorali

visto i continui richiami volti a Grillo da gente che dice di averlo votato, appoggiato durante la campagna elettorale, condiviso il suo programma e ora dopo tutto il successo ottenuto oggi freme e tenta di condizionare le scelte, ebbene io che non ho votato Grillo anche condividendo tantissimi punti del suo programma, ed avendo illustrato ampiamente le mie posizioni sulle politiche imposte dalla troika, voglio dare un piccolo contributo,e tentare un minimo di analisi politica.

Dopo oltre venti anni di partito unico, in Italia abbiamo un secondo partito.

Un partito è un’associazione di cittadini, quindi un’organizzazione, la quale esprime idee politiche, le rende coerenti in un programma, e persegue la realizzazione di quel programma candidandosi alle elezioni democratiche.

Come organizzazione o istituzione, il partito esiste quando riesce a mantenere una disciplina sui suoi membri.

Altrimenti è un gruppo di interesse, che deve continuamente ricontrattare le posizioni dei membri.

Ebbene la disciplina che fino ad ora il M5S ha mostrato è notevole: sono stati considerati candidabili soltanto i militanti che erano iscritti a una certa data; vige ed è stato rispettato il divieto di manifesti elettorali personali; budget di spese elettorali per candidato estremamente limitato; cessione di parte dell’indennità parlamentare al partito; espulsione degli iscritti, anche autorevoli, che tentino di sottrarsi alla organizzazione-istituzione.

Il M5S è il secondo partito perché dal tempo dei governi tecnici (Amato e Ciampi: due esponenti del centrosinistra) abbiamo avuto il partito unico dei governi tecnici, poi delle due coalizioni (successivamente divenute tre), le quali, infatti, alla fine, hanno sorretto assieme ed alleate il Governo dei Commissari (Monti, Terzi di Sant’Agata, Di Paola, Catania, Fornero, Passera, Profumo e altri stanno a dimostrare che l’Italia è stata commissariata).

Recentemente alcuni hanno ipotizzato che dal 2001 in Italia dominerebbe il PUDE: “Partito Unico Dell’Euro”.

In realtà è dal 1992 che in Italia abbiamo il partito unico. Il partito unico è stato unionista, non soltanto eurista; servo statunitense e adoratore della civiltà anglosassone; non imperialista (ma servo degli imperialisti), perché gli imperialisti fanno le guerre per se stessi (noi le abbiamo fatte nell’interesse dei vari padroni: in Serbia per la Germania e gli Stati Uniti; in Libia per la Francia e l’Inghilterra; in Iraq e in Afghanistan per gli Stati Uniti);

federalista, anziché regionalista; liberoscambista; classista; distruttore dello Stato – assoggettato a tassi d’interesse imposti dai mercati –

e anche della migliore tradizione statalista italiana (interventista in economia); cinico promotore dell’indebitamento dei ceti medi e bassi, e moltiplicatore delle scommesse autorizzate che sono un’imposta sui poveri;

esecutore delle direttive dell’ERT e della UE nell’attuazione di riforme scolastiche e universitarie che hanno promosso l’autonomia, ossia l’aziendalizzazione di scuola e università;

creatore di un esercito di professionisti e abolitore della leva obbligatoria (alternativa al servizio civile obbligatorio) ossia dell’ “esercito di popolo” perorato da Garibaldi e prescritto dall’art. 52 della Costituzione (“Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e nei modi stabiliti dalla legge”);

cementificatore e senza alcun interesse per le istanze ambientalistiche.
Del M5S si può pensare ciò che si vuole; ma è certo che con il M5S entreranno in Parlamento idee e proposte contrarie alla politica del partito unico dei governi tecnici e delle due (poi tre) coalizioni.

L’accusa di fascismo, che taluno muove al M5S, è ridicola. I militanti del M5S sono in gran parte contrari a proseguire le “operazioni di pace” alle quali l’Italia ha partecipato e partecipa allegramente.

Sono molto più militaristi il PD, il PDL e l’alleanza di Monti che il M5S.

Mai ascoltata una frase maschilista o antiebraica.

Mai ascoltata una frase di sciocco orgoglio nazionalistico (patriottismo si, ma questo ovviamente è un bene).

Il M5S vuole reintrodurre il tradizionale interventismo dello Stato nell’economia, il quale costituisce un elemento di assoluta continuità tra il fascismo e la prima repubblica (l’unica vera repubblica italiana)?

In realtà i segnali sono un po’ incerti, ma se la risposta fosse positiva sarebbe una grande fortuna.

Il M5S vuole reintrodurre un certo corporativismo (protezionismo interno), che costituisce un altro elemento di assoluta continuità tra il fascismo e la prima repubblica?

Anche qui i segnali sono incerti, ma se la risposta fosse positiva sarebbe una grande fortuna.

In realtà un elemento che può far pensare al fascismo c’è ma è del tutto estrinseco e non pericoloso.

Nel M5S sono confluiti, già tra i militanti e poi tra i simpatizzanti e, ancora di più, tra i milioni di votanti, tanto disgusto e tante istanze di protesta verso un parlamento di servi, incompetenti e distruttori; e tante istanze propositive di idee spesso diverse e talvolta opposte, come si evidenzia dai vari post delle ultime ore.

Per ora il M5S è un contenitore che, oltre alla base del programma, legata ai temi sui quali è sorto

– temi che definirei ambientalisti; ma si tratta di un ambientalismo ammirevole e profondo, perché umanistico – esprime alcune contraddizioni che dovrà risolvere.

Nel programma si legge che sono favorevoli all’abolizione del valore legale del titolo di studio (un cavallo di battaglia del neoliberismo) ma Grillo nel comizio di Brescia ha segnalato il problema dei troppi avvocati.
Le due prese di posizione non stanno bene assieme.

Vogliono il chilometro zero ma qualsiasi cosa si intenda con questa formula, si può realizzare soltanto uscendo dall’Unione europea, perché il principio (sacro per l’Unione europea) della libera circolazione delle merci e il principio del divieto di aiuti di stato (altro sacro fondamento dell’Unione europea) sono assolutamente incompatibili con il chilometro zero.

Eppure non mi sembra che nei programmi del M5S ci siano critiche a questi aspetti decisivi dell’Unione europea, o proposte di fuoriuscita dall’Unione e di reintroduzione di forme, magari limitate, di protezionismo.

E’ vero che Beppe Grillo ultimamente, sembra aver sposato la causa delle riconquista della sovranità monetaria.

Ma anche in questo campo c’è un contrasto tra ciò che Grillo ha affermato nei comizi e ciò che è scritto nel programma e nel programmino dei sedici punti.

Personalmente ho parlato con militanti che sono favorevoli , e ascoltato militanti che sono assolutamente contrari.

La proposta di referendum sull’euro non può escludere che il M5S prenda una posizione chiara sull’Unione europea e sull’euro.
Questa non è una questione di coscienza dove un partito può e deve ammettere posizioni diverse.

La politica estera è il fondamento di ogni proposta politica. Essa dà coerenza al tutto.
Un partito senza politica estera non è serio, anche perché, come ho accennato, molte proposte di politica interna (nazionalizzazioni di banche e aziende in crisi (Fiat), chilometro zero e altro) dipendono dalla presa di posizione sulla politica estera.

Il carattere di chiacchiere e propaganda ovvero, alternativamente, di serie e coerenti idee politiche, dipende da una cristallina presa di posizione sui rapporti Italia-Unione europea.

Insistere sulle incertezze programmatiche o sulle incoerenze tra prese di posizione di Grillo, proposizioni del programma, dei sedici punti o affermazioni dei militanti con i quali capita di parlare e fondare una critica al M5S sulle accennate incoerenze, è ingiusto e sciocco.

Ben presto il M5S sarà chiamato a sciogliere i nodi, sui temi segnalati e su altri.
E se tornassimo a votare tra alcuni mesi e il M5S divenisse forza di Governo, dovrebbe prendere decisioni e sciogliere i nodi ancora più in fretta.

Al M5S va dato atto non soltanto di aver portato idee nuove in Parlamento, ossia di essersi costituito come secondo partito (che si affianca al partito unico che ci ha massacrati e quasi ammazzati negli ultimi venti anni) ma di aver ottenuto un tale consenso da aver distrutto il bipolarismo.

Questo è un merito che resterà nei libri di storia!

Seppure il M5S compisse errori e non riuscisse alla lunga ad affermarsi come forza politica che caratterizzerà la fase dovremo per sempre ringraziare Grillo e il M5S per aver distrutto il bipolarismo.

Il bipolarismo è stato il colpo più duro che, con estremo masochismo, abbiamo dato alla nostra tradizione.
Eliminando il bipolarismo, l’Italia può rinascere.

E siccome ormai i finti avversari del partito unico (le “coalizioni”) sanno che se insistessero con la logica congiunta dei premi di maggioranza e degli alti sbarramenti, rischierebbero di consegnare il paese a una maggioranza parlamentare del M5S, è molto probabile che verrà scelto un sistema lineare come quello tedesco, senza premi di maggioranza.

Mi auguro che il M5S sostenga simili proposte (mi raccomando amici del M5S evitate il sistema francese con collegi uninominali, perché è un sistema chiuso alle nuove idee e perfetto per i notabili).

Torneremmo ad essere una Repubblica parlamentare, come hanno voluto i nostri padri costituenti.

Se la Costituzione è la nostra bandiera, allora il M5S in questi mesi o in questo anno, in cui probabilmente si approverà una nuova legge elettorale per poi tornare a votare, compia la prima battaglia per ridare vigore alla nostra Costituzione.

I premi di maggioranza e l’indicazione del premier sulla scheda elettorale sono assolutamente incompatibili con il carattere parlamentare della nostra Repubblica.

Militanti del M5S, aggiungete all’evento storico dell’uccisione del bipolarismo, questa prima fondamentale cura perché l’Italia possa risorgere.
Ricostituite la Repubblica parlamentare.

Questa è la speranza: che il M5S insista per la immediata riforma della legge elettorale e che sia guidato dall’idea di restaurare una Repubblica parlamentare.

Il M5S ha mostrato agli italiani che tornando a militare, accettando una disciplina, costruendo un’organizzazione, dal basso i cittadini possono arrivare in Parlamento.

Ora abbiamo due partiti: il M5S, da un lato, e le tre correnti del partito unico (PD e alleati; PDL e alleati; Monti e alleati) dall’altro.

Ma se il partito unico che ha tentato di distruggere l’Italia deve essere estinto o ridotto drasticamente, chi deve occupare lo spazio politico che resterà vuoto?

Qualche ingenuo militante del M5S, sostiene che dovremmo stare tutti dentro il M5S.

Ingenuità sconfortante, perché il M5S dovrà prendere posizioni e decidere là dove non ha deciso.

Sicché, se il M5S deciderà di non prendere posizione sulla questione della riconquista della sovranità, limitandosi a perorare un referendum sull’euro, senza elaborare un’autonoma proposta; ovvero non farà la scelta, perché la votazione di democrazia diretta interna al Movimento darà esiti europeisti, coloro che non condividono tale percorso non potranno mai entrare nel M5S.

D’altra parte, voler sostituire al partito unico del governo tecnici e delle due coalizioni un M5S all’80% è puro totalitarismo.

La verità è che durante la prima repubblica avevamo nove partiti, forse troppi ma alcuni molto piccolini (quindi rappresentativi ma non fastidiosi per la governabilità), che rappresentavano in parlamento parti diverse della popolazione e corrispondevano, tendenzialmente, a cittadini socialmente e culturalmente diversi.

Poi il maggioritario ha ridotto i partiti a uno solo, mentre ha moltiplicato i centri di potere.

La conseguenza è che la critica ai partiti è ingenua, perché scambia per partiti quelli che non sono tali, bensì semplici centri d’interesse.

Così accade, ed è davvero paradossale, che l’unico attuale vero partito, il Movimento cinque stelle, sia portatore di una critica ai partiti diretta verso soggetti che non sono partiti (ormai in almeno la metà del territorio italiano PD e PDL se devono volantinare hanno bisogno di pagare qualche ragazzetto e in realtà non volantinano: senza militanti il partito non esiste per definizione).

Perciò la grande lezione del M5S è di aver dimostrato ai cittadini italiani che si può fare.
Che essi possono creare partiti e concorrere ad estinguere o comunque a rendere irrilevante il partito unico delle due (o tre) coalizioni.

Se la democrazia consistesse soltanto nel poter votare i partiti esistenti, allora sarebbe da combattere e da rifiutare.

In verità, democrazia significa in primo luogo associarsi per creare nuovi partiti: con la militanza, l’intelligenza, la disciplina e la pazienza (soltanto i progetti da eseguire in alcuni anni hanno speranza).
Questa è la grande lezione che il M5S ha dato ai cittadini.

Compagni, apprendiamo la lezione. In tre o quattro anni possiamo costituire il partito comunista che intenda ricollocare la Costituzione italiana al vertice delle nostre fonti! Servono soltanto militanza, intelligenza, disciplina e pazienza.

La proposta shock di Berlusconi, smaschera le ambiguità


“Restituire l’Imu agli italiani”, è bastato quest’annuncio a far scatenare il putiferio, addirittura accuse di voto di scambio, eppure B. non è estraneo a queste dichiarazioni, e sinceramente non mi stupirei, se con lui al governo non le applicasse, e magari senza intaccare ulteriormente il debito, facendo condoni edilizi, fiscali, ecc. ecc., operazioni anche se immorali, e che vanno contro l’interessi di chi le tasse le paga fino all’ultimo cent., ma siamo in Italia.

Eppure, tutti i partiti e i leader si sono scagliati contro, da Monti ad Ingroia, perfino al suo interno trova non veritiera tale proposta, perché?

Il motivo è semplice come togliere quel fardello se l’Europa impone determinate cose, e sappiamo cosa,  ci ordina quali devono essere le linee politiche: sul lavoro, sul sociale, sull’istruzione, sulle pensioni, la parola d’ordine è ridurre, liberalizzare, privatizzare.

Eppure mi chiedo, anzi chiedo a quei compagni che si battono e vedono nel programma di Vendola, Ingroia, e delle altre forze politiche, un miglioramento delle proposte sopra elencate, e addirittura un radicale cambiamento, come pensano di farlo?.

Proprio così compagni come pensate di cambiare le riforme che peggiorano le condizioni di lavoro, ripristinare l’art. 18, permettere ad un povero cristo dopo una vita di lavoro di godersi la meritata pensione, o di garantire un’istruzione, una sanità di eccellenza gratuita.

No compagni non siamo ipocriti, diciamo le cose come stanno e almeno noi non prendiamo in giro gli Italiani, diciamo chiaramente che l’Europa monetaria è una follia, che l’unica alternativa è uscire dall’euro, altrimenti diventeremo una nazione povera socialmente, senza sanità, istruzione, pubblica, senza uno stato sociale, e senza LAVORO.

Ora mi chiedo è Berlusconi il farabutto, o i tanti sinistroidi che ingannano il popolo….

Ci vuole una Internazionale anti liberista


Il vantaggio della politica europea sui salariati e sulle popolazioni è quasi insuperabile perché questa politica culturalmente di dx  sponsorizzata da tutte le forze politiche da dx a sx, o meglio da dx e meno dx,  ha un fortissimo coordinamento ideologico politico programmatico legislativo.

 Dispone di tre strumenti con i quali condiziona il mondo: la BCE, la UE ed il FMI, la Troica.

 Inoltre è al governo in quasi tutti i paesi ed impone ai governi le sue scelte volenti o nolenti, questo è il motivo del perché penso che votare sia inutile se non addirittura produca un effetto contrario.

Perché votare?   clicca sopra

I lavoratori, disoccupati, precari, studenti, insomma la società civile vera,  invece non hanno alcun coordinamento sebbene il socialismo sia per sua natura internazionalista.
In Grecia, in Italia, in Spagna, in portogallo stanno facendo a pezzi la gente, in molti si uccidono, chi si ribella incontra la repressione delle polizie, i sindacati sono subalterni alle confindustrie.

Ci vuole una Internazionale anti liberista.

Una internazionale comunista che rottami la socialdemocrazia ed i sindacati collaborazionisti e che dia obiettivi chiari ed unitari ai lavoratori di tutta europa.

Trecentomilioni di lavoratori non aspettano altro che un segnale che tarda a venire.

E’ su queste basi che il Comitato Mogli Operai si sta muovendo, e convoca

il I° maggio a Pomigliano.

Che vedrà una partecipazione internazionale da tutta EUROPA.

L’occidente attacca l'Africa



Forte del consenso internazionale la Francia sta conducendo in Mali una guerra in piena regola: uso di aerei, truppe a terra, e Hollande ufficializzandola, ha detto che l’intervento francese andrà avanti fino a quando ce ne sarà bisogno, quindi non si tratta di un mordi e fuggi ma di un vero e proprio dispiegamento sul terreno.

La Francia e la diplomazia internazionale – contrari solo Algeria e Mauritania – volevano un intervento africano sotto egida Unione Africana.
Quello in corso invece è una missione francese (più qualche soldato nigeriano e forse senegalese) sotto egida Onu.

Insomma la Francia è di nuovo in guerra in Africa probabilmente perché la missione africana andava per le lunghe e c’erano forti disaccordi interni.
Inoltre l’esercito del Mali, al quale doveva essere affidata la prima linea, era totalmente incapace di assumersi il compito.

Sta di fatto che la politica estera della Francia in Africa sembra non essere mai cambiata, dagli anni sessanta ad oggi.

Anche l’Italia intanto si e' schiera al fianco della Francia. E annuncia di essere pronta a fornire «supporto logistico»: collegamenti aerei, rifornimenti in volo. Mettendo a diposizione i suoi droni e le sue basi.

I ministri degli esteri e della difesa, Giulio Terzi e Giampaolo Di Paola, annunciando che l’Italia si unisce così a Gb, Germania e Usa nel fornire «supporto logistico»

I militari statunitensi calano sull'Africa

Pianificata da lungo tempo, prenderà presto il via l'escalation della presenza militare degli Stati Uniti in Africa, con l'impiego permanente di una brigata comprendente 3.500 uomini.

Le truppe da combattimento saranno acquartierate nelle basi di 35 paesi africani. Questo è un tipo di invasione molto diverso, più rassomigliante ad una forte infiltrazione.

 Lo schieramento della 2a Brigata ha un compito molto più grande, volto a rendere tutta l'Africa il teatro delle operazioni militari degli Stati Uniti

 Il 2013 è l'anno in cui prende il via l'occupazione militare statunitense su larga scala dell'Africa.

Alla vigilia di natale, il Pentagono annunciava che 3.500 soldati della 2a Brigata della 1a Divisione di fanteria, a Fort Riley in Kansas, sarebbe stata inviata in Africa, presumibilmente per fronteggiare la minaccia di al-Qaeda in Mali, dove gli islamisti si sono impadroniti della parte settentrionale del paese.

 Ma è previsto che la 2a Brigata conduca più di 100 esercitazioni militari in 35 paesi, nella maggior parte dei quali non vi è una presenza al-Qaida.

Così, anche se non vi è dubbio che gli Stati Uniti saranno profondamente coinvolti nella imminente operazione militare in Mali, lo schieramento della 2a Brigata ha un compito molto più grande, volto a rendere tutta l'Africa il teatro delle operazioni militari degli Stati Uniti.

La situazione in Mali è un semplice espediente di comodo per un'espansione, a lungo pianificata, dell'impronta militare degli Stati Uniti sull'Africa.

 Scopo più ampio del Pentagono nel piazzare una brigata dell'esercito in servizio itinerante per tutto il continente, è di abituare i comandanti africani ad ospitare una presenza permanente e su grande scala degli Stati Uniti. Questo è un tipo di invasione molto diverso, più rassomigliante ad una forte infiltrazione.

 La strategia del Pentagono è stata progettata per rafforzare i rapporti che i militari statunitensi hanno coltivato in Africa con le forze armate africane sin dalla costituzione di AFRICOM , nel corso dell'ultimo anno della presidenza George Bush. 

Come forza infiltrante, AFRICOM è stato un successo fenomenale.

 Militarmente, gli africani occidentali sono totalmente dipendenti.

E' vergognoso che le sinistre plaudano o tacciano.
Sia in Francia dove lo stesso Fronte de Gauche copre l'intervento di Hollande.
Sia in Italia, dove la guerra di Hollande registra il silenzio impacciato di sinistre subalterne al PD compreso i rivoluzionari arancini…. 

BCE europea come la Federal Reserv Bank


KENNEDY PREDISSE CHE LE BANCHE AVREBBERO CREATO UNA GRANDE CRISI GLOBALE. POI FU UCCISO.


Il 4 Giugno del 1963, un decreto presidenziale di John Fitgerald Kennedy, detto Ordine Esecutivo 11110, fu firmato impedendo alla Federal Reserve Bank di prestare soldi a interesse al Governo Federale degli Stati Uniti.La FRB sarebbe presto fallita e l’America sarebbe tornata l’unica vera detentrice del proprio debito.
John Fitzgerald Kennedy fu il primo presidente della storia a comprendere quantolo strapotere delle banche private avrebbero ben presto creato un collasso dell’intero sistema economico e decise di combatterlo. Secondo JFK, le banche private, non potevano esseri i creditori di un’intera nazione e, cosa più importante, non potevano avere il potere di stampare monetaLe somiglianze fra la Federal Reserve e la BCE, nonché la nostra cara Bankitalia, sono a dir poco imbarazzanti.
JFK fu il primo ad opporsi alle banche private ma purtroppo anche l’ultimo. Il suo assassinio fece desistere qualsiasi altro presidente, americano e non, dal dichiarare guerra alle banche private.
L’Ordine Esecutivo 11110 avrebbe messo fine all’attuale sistema bancario mangia-soldi. La FRB, come tutte le banche del resto, prestava (e presta ancora) soldi che non ha. Solo un decimo dell’intero ammontare di capitale che le banche private danno in prestito, é realmente detenuto dalla banca. L’FRB crea a piacimento ricchezza. Un potere immenso per dei privati. Immenso e rischioso. É un enorme castello di carte, basta un semplice soffio di vento per farlo crollare. L’intero sistema si basa su soldi che le banche non hanno. JFK aveva compreso a pieno quanto tutto ciò fosse sbagliato. Aveva intuito che, di quel passo, l’intera economia mondiale sarebbe finita male. Aveva anticipato la crisi economica mondiale che ci sta affliggendo.
Con il suo Ordine Esecutivo, il Dipartimento del Tesoro avrebbe avuto il potere di “emettere certificati d’argento a fronte di ogni lingotto di argento/dollari d’argento della Tesoreria.” Questo significa che la Tesoreria degli Stati Uniti poteva introdurre soldi in circolazione basandosi esclusivamente  sui lingotti d’argento fisicamente presenti nelle casse dello Stato. Niente più speculazioni, niente più creazione ad hoc di falsa ricchezza.Solo una economia solida, costituita sul reale valore dell’argento realmente detenuto dal governo.
L’FRB non avrebbe più potuto prestare soldi ad interesse all’America. Gli uomini più ricchi del mondo non avrebbero più avuto in mano lo scettro del potere. Gli stavano per portare via il loro amato giochetto per fabbricare soldi.
Ma questo cacchio di Giovannino Fizgeraldo voleva proprio morire!? Si era già messo contro tutta l’ala conservatrice e militarizzata dell’America schierandosi contro la guerra in Vietnam, ci mancavano solo i banchieri privati da indispettire. La sua morte era già praticamente scritta.
4 miliardi di banconote degli Stati Uniti, stampati cioè dalla Tesoreria e non dai privati, sono stati messi in circolazione in tagli da 2 e 5 dollari. Ben presto avrebbero sostituito le banconote stampate dai privati. Furono stampate dal Dipartimento del Tesoro anche banconote da 10 e da 20 dollari, ma non vennero mai messe in circolazione in quanto Kennedy, nel frattempo, venne assassinato. La sua politica morì con lui. Tutte le banconote stampate dalla Tesoreria vennero immediatamente ritirate. Davvero JFK pensava che avrebbe potuto sopravvivere dopo aver tolto alle banche private l’incostituzionale diritto di stampare moneta?
Le “Banconote degli Stati Uniti” furono emesse come valuta senza interessi e senza debiti avvallate dalle riserve d’argento nella Tesoreria degli Stati Uniti. Nessun privato si arricchì in questa transazione. Molti privati s’ incazzarono.
L’artefice di tutto ciò venne ucciso il 22 Novembre 1963I banchieri privati tornarono a sorridere e a speculare. Nessun altro presidente della storia degli Stati Uniti si azzardò mai più ad applicare l’Ordine Esecutivo 11110.
Quell’Ordine Esecutivo in realtà é ancora lì. Non é stato mai abrogato da nessun governo. Basterebbe che il Presidente Obama applicasse semplicemente la legge per decapitare la Federal Reserve. Evidentemente però tiene troppo alla sua vita. Non é facile andare incontro alla morte sicura per il bene del proprio popolo. JFK lo sapeva bene. La mafia delle banche pure: Kennedy é diventato il monito per tutti coloro che vogliano un giorno opporsi al potere delle banche: quei simpaticoni della FRB hanno anche avuto il coraggio di stampare l’effige di JFK su dei dollari d’argento. Mai monito fu più macabro ed efficace. Nessuno osa più pestargli i piedi.

J.F. KENNEDY CONTRO LA FEDERAL RESERVE