elezioni Francesi una lezione x l'Italia


In Francia le elezioni presidenziali vedono come dato prevalente la sconfitta di Sarkozy e l’affermazione di Hollande.

I politici italiani cercano di commentare il voto francese pensando di poter recare vantaggio alla propria parte politica.  Da Dx a SX, la giostra è in funzione.

La maggior parte dei commentatori sta dando al risultato del Fronte Nazionale un’interpretazione xenofoba o razzista, il che in una certa misura è giustificato.

Sarebbe però sbagliato pensare che questa sia l’unica chiave di lettura.

In campagna elettorale la Le Pen non si è limitata a giocare la carta dell’orgoglio nazionale, dell’ostilità nei confronti degli immigrati, della “Francia ai francesi”, ma si è fatta portavoce di un disagio profondo nei confronti di questa Europa poco trasparente e invasiva, di un sistema economico in cui gli interessi della finanza prevalgono su tutto e su tutti, sul sentimento di una globalizzazione che punisce e stavolge i Paesi.

Sono le stesse argomentazioni avanzate, a sinistra, dal candidato del Front de la Gauche Jean-Luc Mélenchon o dall’ecologista Eva Joly.

Ma chi è Luc Mélenchon

E’ un candidato dell’estrema sinistra, alla guida del Front de gauche. Appoggiato dai comunisti, che hanno tappezzato Parigi con la scritta “Prenez le pouvoir” (prendete il potere), il programma elettorale di Mélenchon prevede l’uscita della Francia dalla Nato, la bocciatura del Trattato europeo di disciplina fiscale, il ritorno della pensione a 60 anni e l’aumento del salario minimo da 1.400 a 1.700 euro.

Ora sommate, il 18% della Le Pen, l’11% di Mélenchon, il 2,2% della Joly e il totale dà 31% ovvero più del 28,63% di Hollande e del 27% di Sarkozy.

In Francia, più che Hollande, ha vinto il partito delle protesta, di chi è contro le politiche monetariste dell'Europa, a vinto chi propone di uscire dalla moneta unica,  vince soprattutto il voto anti-sistema (di destra e di sinistra)”.

 E’ un segnale molto forte, per quanto non organico, alle élite, all’establishment, ed è un sentimento che, a mio giudizio, in assenza di una risposta adeguata, non potrà che crescere.

Non solo in Francia…

Barack Obama, Mario Draghi e Mario Monti: tre modi diversi di essere Massoni, fra errori, illusioni, promesse, inganni e triplogiochismo sullo scacchiere euro-atlantico


La storia di questi primi due mesi del 2012 non è quella che viene solitamente raccontata.
In attesa che il Fratello Gioele Magaldi offra con dovizia di particolari e con rigore storico-critico (vedi l’imminente pubblicazione di MASSONI. Società a responsabilità illimitata. Il Back-Office del Potere come non è stato mai raccontato. Le radici profonde e le ragioni inconfessabili della crisi economica e politica occidentale del XXI secolo, Chiarelettere Editore) uno sguardo dal di dentro di molti accadimenti (passati e recenti) presentati in modo mistificatorio, manipolatorio e/o omissivo all’opinione pubblica, Noi di GOD vorremmo almeno regalare una piccola bussola a quei cittadini (italiani, europei, statunitensi e di altre lande dell’ecumene globale) che volessero orientarsi meglio nel caos mediatico che alcuni soggetti desidererebbero prodromico ad un inquietante Nuovo Ordine sociale e politico.
In realtà, Nuovo Ordine o Nuovo Mondo sono i termini significativi con i quali i Massoni (reazionari o progressisti) da secoli indicano le mete e gli orizzonti del proprio agire.
Nel clima straordinario di queste ultime settimane, un Fratello Massone Contro-Iniziato come Mario Draghi è apparso sempre più sfacciato, arrogante e scoperto nei suoi messaggi subliminali e nelle sue azioni concrete.
Lo scorso 23 febbraio 2012, in un’intervista al Wall Street Journal, Mario Draghi ha parlato appunto di “Nuovo Mondo” come di un orizzonte che si annuncia per i popoli europei, a partire da quello greco (in proposito, leggi anche "Il welfare da salvare", articolo del 29 febbraio by Barbara Spinelli da Repubblica, riprodotto per MICROMEGA).
Ma il Nuovo Mondo prefigurato dal Contro-Iniziato Draghi ha i connotati di un incubo orwelliano, mascherato da necessità ineluttabile.
Il Nuovo Ordine annunciato dal machiavellico Presidente della BCE sarà introdotto dalle solite privatizzazioni/pseudo-liberalizzazioni (miranti ad assicurare lauti profitti ai soliti amici e amici degli amici fraterni), dall’eliminazione delle protezioni sociali garantite dal welfare state, dal drastico ridimensionamento di tutto ciò che è pubblico, dal trionfo della tecnocrazia sulla democrazia, dalla manipolazione dell’opinione pubblica attraverso la dissimulazione costante dell’autentico significato di determinate operazioni macropolitiche e macroeconomiche, da una profonda involuzione oligarchica dell’Europa e dall’asservimento cinesizzante dei suoi abitanti dei ceti medi e proletari.
Non basta: nei programmi in cui Draghi è pars magna è prevista anche una sistematica spoliazione/espropriazione di beni e industrie delle nazioni più vulnerabili del Vecchio Continente: tra cui Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e anche Italia.
Non c’è alcuna diversità di vedute di fondo, fra Draghi e l’establishment tedesco più conservatore, in merito all’azione falsamente utile e illuminata di iniettare liquidità al sistema bancario europeo.
Se Weidmann o altri fingono di polemizzare con Draghi, è solo all’insegna dell’antica messa in scena del poliziotto buono vs poliziotto cattivo (con la Maestra saggia ed equanime Angela Merkel a metter pace).
E nel mezzo i fessi, cioè gli ignari e istupiditi popoli europei, classi politiche comprese.
A fronte di ciò, indigna e disgusta il teatrino dell’assurdo inconsapevolmente o dolosamente (a secondo dei casi) rappresentato dai media, che hanno parlato di un Draghi generoso dispensatore di liquidità economica al “sistema europeo” (circa mille miliardi di euro erogati dalla BCE) per facilitare la ripresa economica (sic!!!).
Tra i tanti report (volontariamente o involontariamente)grotteschi, si veda ad esempio questo pezzo apparso su Dagospia in riproduzione di un articolo di Tonia Mastrobuoni per LA STAMPA:
“LA GERMANIA VUOLE LA TESTA DEL DRAGHI - LETTERA AL VELENO DEL GOVERNATORE DELLA BUNDESBANK, WEIDMANN (PUPILLO DELLA MERKEL), CONTRO MARIO DRAGHI: “I PRESTITI DELLA BCE? TROPPO RISCHIOSI. SERVONO PIÙ GARANZIE DALLE BANCHE O CI RIMETTIAMO LA FACCIA” (E I SOLDI, LA GERMANIA È IL PRIMO CREDITORE) - DRAGHI SPUTA FUOCO: “WEIDMANN È ONDIVAGO. PRIMA VOTA A FAVORE E POI CONTRO” - LA CANCELLIERA (A RISCHIO ISOLAMENTO) CI METTE UNA PEZZA: “LA BCE SOSTIENE L’EURO E AIUTA LE BANCHE”…”, pezzo del 2 marzo 2012 by DAGOSPIA ( clicca sopra per leggere ).
In questo, come in altri casi molto più stucchevoli, si dipinge la “coraggiosa” azione di Draghi a favore della ripresa e contro la recessione, che sarebbe comprovata da questa massiccia massa di denaro messa a disposizione delle banche.
Già, le banche.
Quelle stesse banche che, proprio in Italia (ma anche altrove), non utilizzano affatto il denaro avuto dalla BCE a un tasso bassissimo (1%) per finanziare le imprese, i professionisti, i mutui, etc., bensì per re-investire magari in prodotti finanziari più o meno raffinati, acquisire partecipazioni più o meno strategiche di natura industriale o, soprattutto, acquistare bond statali, restituendo così al governo del Fratello Monti (o di altri Fratelli, in altri Paesi) il “piacere” ricevuto dal Fratello Draghi, consentendogli di far artificiosamente scendere lo spread rispetto a titoli più virtuosi, spread già artificiosamentefatto salire a partire da questa estate, per finalità eminentemente politiche.
Perché bisognerà pur dirlo, una volta per tutte.
Lasciamo andare in questa occasione di raccontare come si sia arrivati al Trattato di Maastricht del 1992 e a tutti gli altri atti costitutivi di quest’ aborto di UE e come infine sia stata elaborata a tavolino la cosiddetta crisi del 2007-2008, come e perché essa sia stata fatta pagare un po’ ovunque alle casse degli Stati (salvo poi gridare successivamente all’appesantimento dei debiti pubblici), come questa crisi sia stata scientemente prolungata e gestita in modo tale da condurre a determinate politiche sperimentali cruente sul corpo vivo dei tessuti sociali occidentali.
Saltiamo tutta questa parte e veniamo all’estate del 2011.
Durante i mesi estivi ed autunnali, in Italia (altro paese cavia, insieme alla Grecia, di ardite sperimentazioni tecnocratico-oligarchiche) si verifica una isteria collettiva da aumento di spread sui titoli di stato.
Tutti a urlare che lo spread (il differenziale con i tassi pagati da altre nazioni sui propri buoni del tesoro: principale punto di riferimento la Germania) sale, sale e salirà…
L’Italia è prossima al default
Mamma li turchi…
E via discorrendo.
Risultato, come anticipato per tempo dal nostro leader Gioele Magaldi, il Fratello Massone Silvio Berlusconi, ormai cotto, inservibile e impresentabile, viene messo in panchina, per diretto intervento della grande finanza massonica e para-massonica sovra-nazionale (lo spread sale e scende in base alle vendite e agli acquisti, alla domanda e all’offerta di titoli di stato: basta quindi che dei soggetti con abnormi liquidità comprino o vendano tali titoli per determinare conseguenti ascese e discese dei rispettivi tassi di interesse ad essi legati)
Al posto di un Massone a Palazzo Chigi ne arriva un altro: il Fratello Mario Monti, elevato a cotanto onore (16 novembre 2011) sul filo di una pesante ambiguità: l’abile libero muratore a sua insaputa da ad intendere ad alcuni (il circuito della fratellanza massonica democratica e progressista, compresi ambienti obamiani) che fingerà di assecondare il duetto Merkel-Sarkozy ma, al contrario, sventerà il golpe politico-finanziario di cui costoro sono portavoce ed esecutori. Per fare ciò, il Fratello Monti dichiara di voler agire di concerto con il Fratello Mario Draghi, da poco assurto al ruolo di Presidente della BCE. Nel contempo, Draghi e Monti danno ad intendere direttamente ai Mandanti di Merkel e Sarkozy, Van Rompuy, etc., che faranno solo finta di opporsi al grande progetto oligarchico pianificato da tempo per l’Europa, ma che, in realtà, di questo progetto si sentono orgogliosamente parte in causa.
In verità, i due Fratelli furbacchioni (Draghi e Monti) hanno in mente di barcamenarsi tra l’una e l’altra parte, fino a quando non avranno fiutato in che direzione soffia il vento della vittoria finale e a quale Oriente convenga porsi all’Obbedienza.
Intanto, a tranquillizzare gli “spaventapasseri” Merkel, Sarkozy, Van Rompuy, etc., Mario Monti mette in opera in Italia il solito logoro protocollo standard neoliberista (mille volte applicato in tutto il Mondo dal Fondo Monetario Internazionale e mille volte risultato fallimentare e devastante per i popoli e profittevole per macro-affaristi pescecani che dettano le regole al FMI, considerato da tali squali poco più che un’agenzia di intermediazione per il grosso business delle privatizzazioni/pseudo-liberalizzazioni ), adattato all’ambiente italico.
Riforma delle pensioni, nuove tasse sulle fasce socialmente più deboli, tagli, tagli e ancora tagli alla spesa pubblica -nazionale e locale- retorica e pratica del pareggio di bilancio, dell’avanzo primario e così via.
E uno.
Tutto celebrato da diversi media beceri e asserviti come grande e geniale opera di rigore e sapiente e feconda austerità preliminare alla ripresa/crescita dell’economia italica.
Già, la crescita.
E per la crescita ecco le solite pseudo-liberalizzazioni (fasulle).
Tanto ci stanno sembrando insignificanti e per nulla incidenti sulla “crisi” queste presunte norme pseudo-liberalizzanti (sulle quali, per poterne constatare la portata modesta, rinviamo a “Liberalizzazioni: mutui, taxi, farmacie. Ecco cosa cambia”, servizio del 1 marzo 2012 di Sky Tg 24 , clicca sopra per leggere/vedere, parte scritta e video su tg24.sky.it), che non merita nemmeno soffermarcisi sopra per approfondire.
E due. Dopo “SALVA ITALIA” ecco “CRESCI ITALIA”: siamo a degli slogan più fasulli e più vomitevoli di quelli cantati nella famigerata canzone “Meno male che Silvio c’è”.
D’altronde, ben aveva colto la cifra illusionistica-manipolatrice del Contro-Iniziato Monti, un divertente e scanzonato Aldo Giannuli (che a parte il profilo prestidigitatorio del bocconiano, però, sugli altri temi azzarda miriadi di inesattezze e previsioni fallaci, sottovalutando lo spessore machiavellico tanto di Berlusconi che del suo Successore a Palazzo Chigi) in
“Devo congratularmi con ‘Mario il Grigio’ (Monti)”, articolo del 9 gennaio by Aldo Giannuli (clicca sopra per leggere, dal Sito www.aldogiannuli.it).
Tornando a noi, ci basta commentare il lato comico, grottesco e spudorato della faccenda, con quel buontempone del Fratello Mario Monti che ha avuto l’impudenza di dichiarare che, nel giro di qualche anno, le sue (presunte) liberalizzazioni porteranno ad un aumento del PIL annuale del 10% (in proposito, si veda, su ecoalfabeta.blogosfere.it , “Monti e la bufala del PIL a + 10% : o pazzi, o economisti…”, articolo del 21 gennaio 2012 by Marco Pagani, clicca sopra per leggere).
10 % di aumento del PIL, nemmeno la Cina è capace di tanto, ormai.
Complimenti per la menzogna più spudorata e in mala fede detta da un Premier (Berlusconi era un dilettante, al confronto) negli ultimi vent’anni.
Comunque, Noi prendiamo nota.
Intanto, in attesa di queste fantasiose sorti magnifiche e progressive futuribili (che si realizzeranno, secondo Monti, grazie alla liberalizzazione di mutui, taxi e farmacie, oltre che con la revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori…roba da sghignazzare, se non ci fosse da piangere…) l’Italia e in RECESSIONE, la DISOCCUPAZIONE galoppa, le imprese chiudono, i professionisti non vengono pagati, i lavoratori vengono licenziati, servizi pubblici e sanitari sono sempre meno garantiti, le tasse aumentano, l’inflazione anche e i consumi interni calano.
Orbene, tra fine novembre e dicembre 2011, poiché nemmeno il famigerato spread si decideva a calare (molti ambienti finanziari fraterni di diversa ispirazione, visto il sospetto evidente di triplogiochismo dell’ineffabile Monti, erano restii ad intervenire sui mercati in certe direzioni; ma in più, lo stesso Monti non voleva un miglioramento troppo rapido dei tassi d’interesse sui bond italiani, che avrebbe fatto passare troppo in fretta il clima di artificiosa emergenza) erano lo stesso Angelino Alfano e Silvio Berlusconi a non lesinare pesanti critiche al nuovo esecutivo.
Il 27 novembre 2011, intervistato da Fabio Fazio sul programma RAI Che tempo che fa, Alfano dichiarava testualmente:
Ma ora che non c’è Berlusconi e le spread continua a salire e le borse continuano a scendere, uno che dicesse ‘Scusate, abbiamo capito che il problema era la crisi economica e non Berlusconi’. Ma uno non c’è?
E si rammentino le esternazioni dell’Ex Premier in:
“Berlusconi: Monti disperato. Non è detto che duri”, articolo del 16 dicembre 2011 by Adalberto Signore per IL GIORNALE (clicca sopra per leggere).
A questo punto, il “Gatto e la Volpe”, cioè il Fratello Mario Monti e il Fratello Mario Draghi, decisero che era venuto il momento di fare la seconda mossa decisiva, di concerto l’uno con l’altro.
Il Fratello Draghi, a fine dicembre 2011, erogò 489 miliardi di euro alle banche europee, al tasso risibile dell’ 1 %, con il patto che, al momento opportuno, tali banche sarebbero intervenute in soccorso dei titoli di stato italiani e non solo, comprandone a bizzeffe.
E il Fratello Monti, subito dopo la festività natalizie ed epifaniche, il 18 gennaio 2012, si recò a Londra, per concordare modalità e tempistiche del decisivo intervento dei Fratelli (britannici e non solo) operanti dalla City.
Di ciò, del resto, parlammo per tempo sia Noi di GOD in
MARIO MONTI MASSONE A SUA INSAPUTA/Sulle tracce del Massone anglofilo Mario Monti. Parte I. Paradosso dei paradossi: Mario Monti, appena reduce da incontri con Fratelli inglesi della City per chiedere fraterno soccorso, si reca da Lilli Gruber a "OTTO e MEZZO" e dichiara: "Io Massone? Ma se non so nemmeno bene cosa sia la massoneria?. (clicca sopra per leggere)
e in
MARIO MONTI MASSONE A SUA INSAPUTA/PARTE II del 22-23 gennaio 2012 (clicca sopra per leggere),
sia le cittadine e i cittadini di Democrazia Radical Popolare, da Noi opportunamente informati degli scopi e dei contesti del pellegrinaggio inglese del Fratello bocconiano.
Ecco un passaggio preciso (risalente al 6 febbraio 2012) e tratto da 10 Serie di Proposte per il Governo dell'Italia dal 2013 in poi, da Democrazia Radical Popolare al Nuovo Centro-Sinistra (da costruire sulle ceneri del Vecchio). Parte 1 del 6 febbraio 2012 :
“Mario Monti, a margine del suo recente soggiorno londinese, ha specificamente chiesto ai Fratelli della City di impegnarsi in modo massiccio per acquisti di titoli di stato italiani, in modo tale da favorire un significativo calo del suddetto e famigerato spread. Ciò, in cambio di generose concessioni affaristiche sull’imminente business delle dismissioni/privatizzazioni di beni e aziende pubbliche italiane, nazionali e locali. In tal modo, i cittadini del bel Paese avranno l’illusione (mediante un’artificiosa e revocabile discesa dello spread, scientemente e strumentalmente realizzata per fini speculativo-predatori imminenti da gruppi finanziari e fondi di investimento manovrabili da Fratelli britannici) di aver cominciato a migliorare qualcosa, mentre in realtà la disoccupazione continua ad aumentare, le aziende italiane continuano a fallire, le banche concedono sempre meno credito, le tasse aumentano, i redditi calano così come il potere d’acquisto di salari e pensioni, la spesa e i servizi pubblici diminuiscono in qualità e quantità, la precarietà non diviene mai flessibilità e dinamismo di offerta lavorativa, e ci si prepara anche a rendere i licenziamenti più facili e indolori per chi li dispone, spacciando impunemente la cosa per un incentivo all’assunzione e alla mobilità professionale.”

Con precisione impressionante, subito dopo il viaggio londinese di Mario Monti (18 gennaio 2012) lo spread dei tassi di interesse dei titoli italiani rispetto ai bund tedeschi comincia a scendere, fino ai ribassi di questi giorni (ribassi relativi, visto che comunque il differenziale BTp-Bund ha chiuso il 2 marzo 2012 a 310,69 punti, con un rendimento dei BTp a circa il 5% di tasso, laddove, tanto per intenderci, a dicembre 2010 lo spread BTp-Bund era di 162 punti base ).
Erano intervenuti, con impressionante potenza di fuoco, grazie all’intervento della BCE manovrata da Draghi e ai massonici incontri della City di Londra, gli stessi ambienti e soggetti che, nell’estate e autunno 2011, avevano contribuito a mandare a livelli stellari il tasso di interesse dei titoli di stato italiani e avevano falcidiato i titoli azionari delle aziende del Reprobo Fratello Berlusconi, inducendolo così a più miti consigli e ad una rapida uscita dalle primissime file.
Così, tra seconda metà di gennaio e febbraio, avendo ormai capito l’antifona ed essendo peraltro blandito dall’abilissimo Fratello Monti, il Fratello Berlusconi- ormai anche rinsavito dopo lo shock di novembre 2011 e tornato a ragionare in modo raffinato e lungimirante- si riposizionava come il miglior sponsor dell’opera governativa del Professore bocconiano.
Il Fratello Berlusconi aveva capito che il suo unico errore, dopo tanti anni di ascesa irresistibile come imprenditore e politico, era stato quello di voler strafare e di credersi superiore e indipendente da Gruppi massonici elitari di consolidata influenza euro-atlantica.
A patto di stare un passo più indietro e di accodarsi alle direttive trasmesse per via gerarchica da più importanti indossatori di grembiulino, il Sultano di Arcore avrebbe avuto un miglior trattamento giudiziario, la salvaguardia della sua posizione dominante nel campo dei media italioti (ma da riposizionare al servizio dell’esecutivo Monti) e persino nuove chances politiche per uno qualsiasi dei suoi partiti-azienda (PDL o un altro, con maggiordomo Alfano o meno al seguito), a patto di non riproporsi ancora una volta in prima persona.
Intanto, dal 9 al 10 febbraio 2012 Mario Monti era in visita da Obama e presso altri interlocutori statunitensi, per ragioni molto diverse da quelle raccontate in modo patetico e pietoso dai media italiani, (quasi) tutti asserviti e ipnotizzati (in stile Istituto Luce di fascista memoria) dai presunti fasti americani del Professore, quando anche il più stolto degli osservatori avrebbe dovuto comprendere il carattere diplomatico e ambiguo degli elogi del Presidente USA, che rispetto al Fratello italico aveva precise disposizioni da dare e rassicurazioni da ottenere.
Certo, lo stesso Enrico Mentana (vecchia volpe con il sale in zucca) dalla scrivania del suo TG7, all’indomani del coro asinino dei colleghi dell’etere e della carta stampata, ammise che, a giudicare dall’eco modesta che la visita di Monti aveva ricevuto sui media statunitensi, andavano forse ridimensionati gli archi di trionfo allestiti in patria (da troppo zelanti professionisti dell’adulazione, aggiungiamo Noi di GOD).
Perciò, pur non avendo colto in pieno il senso della trasferta montiana, più di altri numerosi commenti vacui di noti editorialisti, ci sembra utile riproporre all’elaborazione critica le osservazioni di menti libere e fuori dal coro.
Proponiamo così alla lettura l’esempio di uno di questi intelletti immuni dalla tentazione di farsi portavoci di veline di regime (in rappresentanza esemplificativa di altri simili commenti non banali), almeno in grado di percepire una serie di dinamiche essoteriche concretamente al centro dell’incontro di Washington del 9 febbraio 2012:
“Monti da Obama, il conto degli allori”, articolo dell’11 febbraio 2012 by Franco Cangini per la testata QUOTIDIANO.NET (clicca sopra per leggere).
Quanto alla parte esoterica degli incontri statunitensi di febbraio 2012 del Massone Mario Monti, ci aveva provato Sergio Di Cori Modigliani ad avanzare qualche ipotesi interpretativa preventiva in
“Mario Monti al Grande Appuntamento con Barack Obama. Una riflessione sullo scontro in atto tra le forze reazionarie e progressiste”, articolo dell’8 febbraio 2012 by Sergio Di Cori Modigliani (clicca sopra per leggere), in parte cogliendo alcune atmosfere e situazioni in modo esatto, in parte andando fuori bersaglio.
Per parte nostra, ci limitiamo alle seguenti considerazioni a consuntivo, lasciando poi al Fratello Gioele Magaldi di illustrare meglio la vicenda nel libro di imminente pubblicazione MASSONI. Società a responsabilità illimitata. Il Back-Office del Potere come non è stato mai raccontato. Le radici profonde e le ragioni inconfessabili della crisi economica e politica occidentale del XXI secolo, Chiarelettere Editore, co-autore Gioele Magaldi.
Il Fratello Monti, incontrando il Fratello Obama, gli ha confermato quanto era stato pattuito già a novembre 2011, pressappoco in questi termini: “farò finta di assecondare i Mandanti di Merkel, Sarkozy, Van Rompuy, etc., farò finta di assecondare la nevrosi da austerità e rigore di bilancio ma, di concerto con il Fratello Draghi, appena soddisfatte le istanze iperliberiste sul fiscal compact e mostrata una linea rigorista/liberista anche in Italia, spingeremo l’acceleratore su euro o project bond e costringeremo Germania e altri a politiche di rilancio degli investimenti europei per grandi opere e infrastrutture, così da uscire veramente dalla crisi e nel contempo marciare a tappe forzate per un governo politico e unificato della UE. In cambio, però, Tu Fratello Obama dammi tutto il sostegno politico e di immagine che puoi”.
Il Fratello Massone Barack Obama e gli altri Fraterni amici del suo staff, hanno risposto al Libero Muratore bocconiano all’incirca così:
“Ok. Noi ti sosteniamo, anche a livello di immagine, ma bada bene che la svolta europea non avvenga troppo tardi e non ci prendere per il c…o te ne pentirai. Nel frattempo, paga questi conti…”( e qui tornano efficaci le osservazioni di Franco Cangini riportate sopra in “Monti da Obama, il conto degli allori”, articolo dell’11 febbraio 2012 by Franco Cangini per la testata QUOTIDIANO.NET ,clicca sopra per leggere).
D’altronde, come ben riportato nell’articolo di Di Cori Modigliani sopra citato, alcuni bloggers americani hanno soprannominato Monti “Mario three hands”, in traduzione “Mario tre mani/tre carte”.
Mario il triplogiochista, insomma.
Il quale Mario, dopo aver incassato il sostegno di Obama, è tornato tronfio e soddisfatto in Europa e in Italia, assicurando chi di dovere di aver preso in giro il Presidente USA, che non è nemmeno scontato che venga rieletto.
E assicurando che è sua intenzione – in barba alle promesse fatte a Obama e al suo staff – di voler procedere spedito sul crinale della cinesizzazione dell’Europa, facendo finta di voler risolvere una crisi che, invece, sarà pesantemente aggravata da recessione e depressione (grazie alle ricette di austerità e rigore di bilancio), liberando così innumerevole forza lavoro disperata e a basso costo e riducendo al silenzio, all’impotenza e al discredito le rappresentanze sindacali e politiche (queste ultime messe in difficoltà anche mediante ben orchestrate ed amplificate campagne di delegittimazione, fra scandali e scandaletti vari).
Infatti, al contrario di tanti pappagalli e ventriloqui (per usare una felice espressione formulata da Tremonti nel suo libro Uscita di sicurezza) del mercatismo autosufficiente e del neoliberismo a gogò, il Fratello Monti non è uno stolto.
Egli sa benissimo che, attraverso il combinato disposto del “Fiscal Compact”, delle politiche di austerità e del mancato intervento di un Piano Marshall per l’economia europea, non potrà mai esserci alcuna ripresa, tanto meno in Italia, altro che pseudo-liberalizzazioni di taxi, farmacie e tariffe professionali che dovrebbero condurre alla crescita del PIL annuale verso livelli stratosferici (10 %).
Egli sa benissimo, come lo sa il Fratello Mario Draghi, che le attuali politiche “pseudo-europee”, che prevedono tra l’altro una privatizzazione dell’Europa, con il gigantesco business delle privatizzazioni/dismissioni di beni, imprese e servizi pubblici, recheranno benefici soloalle elites tecnocratiche (schermo di Gruppi oligarchici di ben precisa natura contro-iniziatica) che le stanno imponendo attraverso i propri maggiordomi di prima fascia, tra cui i soliti Merkel, Sarkozy, Van Rompuy, etc. e i neoeletti o nominati Mariano Rajoy, Pedros Passos Coelho, Lucas Papademos, etc., maggiordomi di seconda fascia.
Riassumendo: nel Vecchio Continente (e altrove) gli stessi Gruppi oligarchici contro-iniziatici e finanziari che hanno dato origine alla crisi, si sono arrogati il diritto di far finta di risolverla ( in realtà cercando di aggravarla e di portarla alle sue estreme conseguenze) , sospendendo di fatto le normali procedure democratiche e inducendo con il ricatto, le intimidazioni, le blandizie e la corruzione, il ceto politico (mediocre, confuso, corrotto e corruttibile, incapace, culturalmente arretrato anche sul piano delle cognizioni storiche ed economiche) a sostenere una prima svolta di natura tecnocratica, cui farà seguito una seconda svolta di natura più smaccatamente “aristocratico-oligarchica”.
Ma in fondo, i due “SuperMarii” (Fratelli Draghi e Monti) giocano soprattutto per sé, attendendo di capire, come dicevamo sopra, da che parte converrà schierarsi all’ultimo minuto e, nel frattempo, tentando di far credere a ciascuna delle forze in campo di operare effettivamente a suo vantaggio, al di là delle apparenze contingenti del momento.
Si, perché in tutta questa offensiva abilissima e apparentemente vittoriosa (all’insegna di una Terza Guerra Mondiale sommessa e paludata, anche se non certo invisibile ), messa in campo per propiziare una epocale involuzione oligarchica dell’Occidente, c’è sempre il rischio che accada quello che accadde nel 1941.
Anche allora le forze reazionarie, oligarchiche, illiberali e anti-democratiche dominavano l’intera Europa continentale, con la Gran Bretagna allo stremo e in posizione difensiva.
Addirittura, il 22 giugno 1941 prendeva avvio la famigerata “Operazione Barbarossa”, che avrebbe potuto consegnare al Reich nazista anche gli sterminati (e ricchi di materie prime, giacimenti petroliferi, carbone, etc.) territori dell’Unione Sovietica.
Poi, finalmente, intervenne il network della Massoneria Liberal & Democrat e il Massone Franklin Delano Roosevelt –insieme a tanti altri Fratelli pugnaci e determinati – liberò l’Europa e il Mondo dal gravissimo attentato che le ideologie nazi-fasciste stavano perpetrando ai danni del trinomio Libertà-Fratellanza-Uguaglianza e dell’idea moderna di cittadinanza, incompatibile con quella di sudditanza a poteri dispotici, arbitrari e incontrollabili.
Il Fratello Barack Obama non è il Fratello Franklin Delano Roosevelt, e ha sbagliato molte mosse, durante il suo primo mandato.
O meglio, Obama non è ancora comeRoosevelt.
Ma se vincesse le elezioni del novembre 2012, potrebbe diventarlo, con il giusto supporto fraterno (progressista) europeo, statunitense e planetario.
E se non lo diventerà Lui, ci saranno ALTRI, pronti ad onorare la memoria dei Fratelli combattenti e vincenti a Yorktown nel 1781, a Parigi nel 1789, e ovunque, nel Mondo, tra XIX e prima metà del XX secolo, fra sbarco in Normandia (1944), Piano Marshall (1947-1951) e Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948).
Perciò, gli Oligarchi Contro-Iniziati euro-atlantici si godano pure l’acme della loro (apparente) vittoria, con questa mostruosa trappola per topi che è il “Fiscal Compact” o “Patto di Disciplina di Bilancio”. (sul quale, vedi Europa: firmato il nuovo patto di bilancio. Un colpo mortale al futuro dei popoli europei spacciato dal Massone a sua insaputa Mario Monti e dai suoi degni compari fraterni contro-iniziati come un viatico per la crescita e la ripresa, clicca sopra per leggere).
Chissà che questo non sia il LORO 1941.
tratto da
I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO
[ Articolo del 5 marzo 2012 ]