L'ipocrisia dei politici

Nuove fibrillazioni all'orizzonte per il governo delle larghe intese. 

Stavolta l’«alfetta»  (come etichettati da Marco Travaglio) rischia di scontrarsi con la Bossi-Fini sull'ipotesi  di  cancellazione della legge che ha introdotto il reato di immigrazione clandestina.

Ma chi sono queste persone che
solo per il fatto di aver raggiunto le nostre coste vengono presi rinchiusi in centri galera e accusati di reati.

E chi sono i veri responsabili delle loro tragedie.

Quanti emigranti arrivano dal Marocco? Quanti dall'Iran?

A differenza che, nel passato come è testimoniato dal ritrovamento di cadaveri di tanti bambini e tante donne, l’emigrazione di oggi non è motivata da ragioni economiche.

Non è soltanto il giovane che tenta di raggiungere l'Europa e farsi una vita diversa. Si tratta d
i famiglie che scappano terrorizzate dalle guerre. Infatti provengono da regioni devastate dai bombardamenti americani e della Nato. Eritrea, Somalia, Yemen, Siria, Palestina, Iraq, Afghanistan, Egitto, Libia sono tutti Stati sui quali si esercita una forte pressione militare occidentale ed in particolare americana.

La controprova di ciò è data dalla mancanza di emigranti che giungono dal Marocco o dall'Iran che non sono ancora molestate dagli USA e della Nato.
I porti dai quali partono le navi della morte sono tutti sotto il controllo degli USA. Sono porti della Libia dell'Egitto della Tunisia. Non risultano barche salpate dal Marocco.

Chi fugge dalla guerra, dalla miseria, dalla disumanizzazione della violenza di regimi dittatoriali come quello del presidente dell’Eritrea, nazionalità da cui provengono la maggior parte dei migranti approdati a Sampieri ultimamente, è consapevole dei rischi che corre.

Gli osservatori più audaci piangono solo adesso lacrime di coccodrillo, dispensando frasi di circostanza, magari per nascondere un silenzio che dura da anni sulle reali motivazioni che inducono i Governi dei Paesi democratici ad abbandonare le Nazioni del Corno d’Africa al loro destino.

Ieri l’Italia fascista e xenofoba sfilava a difesa della Bossi Fini e "Libero"  oggi titola, “la Lega sfila a Torino per la Bossi-Fini - Cori e striscioni contro gli immigrati clandestini, polemica con il ministro dell'Integrazione”

Ecco io preferisco un’altra Italia, quella che vive in prima persona i disagi di queste persone, un Italia fatta di uomini 

come il Maresciallo dei Carabinieri Carmelo Floriddia che ci ha dato una grande lezione di civiltà, quando, con la semplicità e la spontaneità di chi giornalmente serve lo Stato compiendo il proprio dovere, ha raccontato di aver prestato soccorso a dei cittadini semplicemente non italiani, non a dei Clandestini/Irregolari/Immigrati.

come il gesto di solidarietà dei bagnini e dei semplici cittadini che hanno prestato soccorso e salvato vite umane, e la smisurata umanità di tanti ITALIANI  che hanno donato abiti, scarpe, giocattoli, a coloro che sono ospitati al Centro di Accoglienza come qualcuno li definisce, o carceri x altri.

 La politica di indifferenza fino di repressione e di complicità,  ad oggi adottata dai vari Governi non rispecchia la volontà di chi è governato. Una politica fatta solo di respingimenti, di assenza di corridoi umanitari per le emergenze, di assenza di politiche di cooperazione degne di questo nome, non è in grado di rimuovere le cause per le quali tanta gente è costretta a fuggire dal proprio paese sfidando la morte.

La meschinità dei nostri politici che oggi versano lacrime di coccodrillo  è deplorevole, il Rapporto del Presidente del Consiglio dei Ministri sui lineamenti di politica del Governo in materia di esportazione, importazione e transito dei materiali d’armamento del 2011 (facilmente reperibile sul sito web del governo)  risulta semplicemente disumano, dato che vengono snocciolati numeri (3 miliardi di euro di affari) come se si trattasse di un qualsiasi altro prodotto del made in Italy.

Armi che comunque saranno usate dal dittatore di turno per distruggere, rastrellare, ammazzare, demolire, annientare. 
Armi che costringeranno persone a dover affrontare il rischio di annegare pur di salvarsi da tutti i sofisticatissimi ordigni costruiti e venduti da coloro che siedono al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Il Governo, prenda atto che la recente ratifica del trattato internazionale sulle armi è solo un misero espediente per lavarsi la coscienza. Un trattato che in fin dei conti detta delle regole su come distribuire la morte.


Basta ipocrisia, penso sia veramente il caso di rispettare la dignità e la morte di queste giovani vite spezzate.

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