Schiavi moderni, il più grande piano di deportazione e concentramento

Non si può affrontare la questione profughi-immigrati, senza spiegarne le cause, che vanno ricercate nelle guerre e negli interventi scatenati da Stati Uniti, NATO e UE in tutta la regione del Medio Oriente, del Mediterraneo orientale, del Nord Africa, nel contesto di una loro competizione con altre forze, come la Russia.


Inutile dire che le persone vittime di guerre, interventi e regimi reazionari hanno il diritto di cercare una vita più sicura in altri paesi, sebbene una soluzione definitiva al problema possa essere trovata a patto che i popoli di ciascun paese si organizzino e lottino per rovesciare il sistema che crea le guerre, la povertà e i rifugiati.

La situazione si è aggravata negli ultimi tempi a causa del confronto tra Russia e Turchia, dello sviluppo di un'attività militare turca nel nord della Siria, così come per il coinvolgimento diretto della NATO nel Mar Egeo deciso al recente vertice dei ministri della difesa dell'Alleanza atlantica.

Media Governo e forze politiche utilizzano la questione dei profughi come pretesto, ma nella sostanza è legato agli antagonismi e all'escalation della guerra in Siria, mentre si preparano nuovi possibili interventi.

Il governo Italiano non deve fornire alcuna assistenza, infrastrutture o basi e neanche consentire l'uso del territorio, delle zone marittime e dello spazio aereo per la preparazione o realizzazione di interventi e guerre imperialiste.

Deve inoltre ritirare il suo sostegno alle decisioni dell'UE che stanzia miliardi di euro alla Turchia.
Ieri e oggi, il Consiglio Europeo si è riunito per decidere la sorte dei migranti, dopo il vertice avuto con la Turchia lo scorso 7 marzo.

Tra le altre cose all’ordine del giorno ci sono:

-la ratifica dell’ulteriore finanziamento alla Turchia di 3 miliardi di euro come incentivo per impedire ai migranti di lasciare la Turchia e raggiungere i paesi europei.

-l’individuazione di procedure per l’espulsione dei migranti che non siano ritenuti idonei di ricevere protezione verso la Turchia entro 48 ore dal loro arrivo.

Quello che si deciderà a Bruxelles sarà quindi il più grande piano di deportazione e concentramento mai concepito dalla fine della seconda guerra mondiale e l’ultima abiezione della politica del filo spinato che i governi d’Europa praticano da mesi, in spregio a qualsiasi principio umanitario e in barba agli stessi trattati europei.

La Turchia non può essere considerato un “paese sicuro” per i profughi, come ipocritamente dichiarano i governanti europeo. Il suo Governo non è in grado di garantire sicurezza e libertà neanche per i suoi cittadini: da anni massacra la minoranza curda, incarcera e inquisisce giornalisti, magistrati, sindacalisti e docenti universitari.

L’Europa dell’accoglienza e dei “buoni principi” è un simulacro dietro cui si nasconde il suo fondamento neoliberista: tutelare proprietà e benessere delle classi dominanti europee a discapito degli oppressi che, dentro e fuori i suoi confini, lottano per la loro sopravvivenza.

I soldi che l’Europa darà alla Turchia di Erdogan non serviranno ad aiutare i profughi, ma andranno a finanziare la guerra in Siria contro le forze di autodifesa delle Ypj e Ypg che da anni contrastano l’avanzata dell’Isis e la devastazione dei territori curdi del sud est turco, dove vige costantemente il coprifuoco.

Con il pretesto della “guerra al terrorismo”, la città di Cizre e il quartiere di Sur a Diyarbakir sono stati letteralmente rasi al suolo dalle forze di sicurezza turche, provocando centinaia di morti e migliaia di sfollati. Come accade da più di cento anni, il popolo curdo viene ancora una volta sacrificato in nome dei reciproci interessi di Europa e Turchia.

 “LA TURCHIA SI BOICOTTA, NON SI FINANZIA!”

La recente decisione del Vertice UE del 19 febbraio ha riprodotto la stessa impasse, come la chiusura dei confini, le recinzioni, le forze di repressione e i gas lacrimogeni, i tetti e le quote anche per i rifugiati.

Si sta preparando il terreno a soluzioni ancora più permanenti e dolorose. Alcune parti delle decisioni di questo vertice sono esplicative: "Il continuo e sostenuto flusso di migranti irregolari lungo la via dei Balcani occidentali rimane una grave preoccupazione che richiede un'ulteriore azione concertata e la fine dell'approccio permissivo e di misure non coordinate...

I richiedenti asilo non hanno il diritto di scegliere lo Stato membro in cui cercare asilo". Queste decisioni danno "luce verde" ai divieti e all'intrappolamento, incoraggiano gli stati, come l'Austria ed altri, che in modo inaccettabile chiudono le frontiere, mentre Germania e Svezia rafforzano i controlli ai confini e le restrizioni alla concessione di asilo, consolidando le reti dei trafficanti di esseri umani e alimentando le organizzazioni fasciste.

Per far fronte a questa immane tragedia, bisogna invertire la rotta e partire:
 dall'annullamento delle decisioni delle unioni e delle alleanze imperialiste.
·         Il pieno rispetto della Convenzione di Ginevra e del diritto internazionale in materia di rifugiati. 

      In particolare:
Ø  I diritti che derivano dallo status di rifugiato e di richiedente asilo devono essere riconosciuti a tutte le nazionalità cui le Nazioni Unite attribuiscono un profilo da rifugiato, il che include i profughi afgani.
Ø  Le misure repressive di polizia contro i rifugiati alle frontiere, con la loro chiusura, come accade oggi nella (Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia) e in altri paesi devono cessare.
Ø  Bisogna eliminare l’idea di un tetto alle domande di asilo, effettuata secondo la logica della distribuzione proporzionale nel tempo, sulla base di quote decise dall'UE - in pratica, una violazione del diritto dei rifugiati .
Ø  Un generoso finanziamento delle infrastrutture e del personale di soccorso, così come per la ricezione, l'assistenza medica e la registrazione, sotto la esclusiva responsabilità dello Stato, senza alcun coinvolgimento di ONG.
Ø  La creazione di centri di accoglienza temporanei pubblici decenti, che funzionino sotto la responsabilità del Ministero delle Politiche sull'immigrazione, per tutto il tempo in cui dureranno le procedure di prima accoglienza, l'assistenza medica, la registrazione e la preparazione dei documenti, che consentiranno, a chi vuole continuare una sicura prosecuzione del viaggio.
Ø  Campi militari inattivi, edifici, proprietà e strutture inutilizzate di proprietà pubblica possono essere adattati allo scopo di fornire questa sistemazione, avendo come criterio di base la soddisfazione dei bisogni dei rifugiati e di tutti i residenti della zona.
Ø  Misure immediate, sotto la responsabilità dello Stato, per la creazione di condizioni umane per il soggiorno temporaneo delle migliaia di profughi, utilizzando tutti i mezzi e le possibilità.
Ø  Abolizione del Regol
amento di Dublino, di Schengen, Frontex e tutti i meccanismi repressivi dell'UE. No alle nuove misure dell'UE, ai meccanismi repressivi e alla disputa dei diritti sovrani alle frontiere.


Chi ritiene il rispetto dei diritti umani un elemento imprescindibile è per questo  che dovrebbe lottare.

Nessun commento: