IL VOLTO CAPITALISTA DEL NATALE

 


La nostra diventa sempre più una societa’ priva di valori, una sistema basato esclusivamente al massimo consumo, un vizio, che
crea in noi una mentalità a tal punto nichilista da farci ritenere che solo adottando, in maniera metodica, e su ampia scala, il principio del consumo e della distruzione degli oggetti, possiamo garantirci identità, stato sociale, esercizio della libertà e benessere.

 Ci modernizziamo ma anche non usando più termini come proletatiato e borghesia, nei fatti nulla è cambiato i padroni rimangono tali e gli sfruttati aumentano sempre di più.

Ecco l’amara faccia della verità. “Il padrone durante l’anno in parte ti fa lavorare come una bestia, ti sfrutta ricambiandoti con salari da fame e quando non gli servi più ti spedisce a casa, è un padrone cattivo!”

“Ma alla fine dell’anno nasce Gesù Bambino e improvvisamente il padrone sembra diventato buono, ti dà la tredicesima, e d’accordo con tutti gli altri padroni, riempie la città di luci e di colori, di alberi di Natale e di Presepi.”

Ma a che serve tutto questo? Serve a farti aprire il cuore alla bontà, come insegna Gesù che nasce, e non devi quindi pensare alle cose brutte; devi essere lieto a tutti i costi; 

non devi assolutamente ricordarti di tutto quello che hai sopportato e patito durante l’anno,

non devi assolutamente ricordarti dei licenziamenti delle aziende,

delle brutali aggressioni a chi protesta, da parte dei tutori dell’ordine costituito,

dei salari e deli orari da bestie delle commesse dei centri commerciali, dei magazzini di logistica, e delle  grandi aziende come Stellantis,

dello sfruttamento dei nuovi schiavi nei campi,

dei morti sui luoghi di lavoro,

delle guerre umanitarie e dei lager a cielo aperto come i Cie, dove rinchiudere i disperati del mondo,

E delle migliaia di bambini palestinesi massacrati.

Sembra allora che per Natale avvenga il miracolo, non esistono più sfruttati e sfruttatori, siamo tutti uguali.

No! Tutto questo è falso:

il Natale non è più la festa della nascita di un bambino speciale, di una speranza di un improbabile cambiamento, ma è l’imbroglio più colossale che i padroni abbiano saputo organizzare, è il finale grandioso della tragedia degli sfruttati, finale in cui lo sfruttamento si fa ancora più forte, più prepotente, più cinico.

Lavora operaio, lavora sodo o ti licenzio; lavora servo e stai bene attento: la polizia è qui fuori, l’ho chiamata apposta per te.

Produci, produci di più, sempre di più: i quattrini che ho non mi bastano ancora.

Ma ecco, siamo a Natale, e allora tieni, eccoti la tredicesima tutta per te: io sono un padrone buono perché oggi nasce Gesù Bambino. Ma stai attento a spenderli bene, a spenderli tutti.

Gesù Bambino ed io ti osserviamo, vogliamo che almeno una volta tu sia felice. E allora guarda la TV, i giornali, guardati intorno e imparerai ad essere buono e saprai come devi spendere la tua tredicesima.

Ed ecco quindi che il padrone ha realizzato il suo scopo: con una mano ti ha dato, guadagnando sul tuo sfruttamento, con l’altra ti ha tolto guadagnando con le tue spese, senza che tu te ne accorga, senza che tu possa protestare perché oggi nasce Gesù.

Ma il Natale dei padroni non ci inganna più, non ci ingannano più il falso buonismo, i papi e i presidenti, le luci e i presepi, continuiamo nell’ipocrisia del non vedere, dopo tutto è Natale.

Giù la maschera Babbo Natale,

la tua festa è solo la festa dei  padroni….


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