Ma in parlamento c’è un solo partito?


A pensarci bene  i partiti presenti in Parlamento sono tutti ideologicamente e politicamente affini con qualche variante di carattere populistica o semplicemente non di rilievo.

Sono tutti di destra, se mi si fa passare una denominazione che potrebbe essere grossolana ma che esprime perfettamente la natura la realtà ed i blocchi sociali che li sorreggono.

 E' certamente di destra il PDL che si raccoglie attorno a Berlusconi, odia lo Stato e lo usa soltanto per foraggiare largamente la borghesia parassitaria e parte della imprenditoria che vive del lavoro che fa per conto della pubblica amministrazione.

E' di destra il partito di Monti, una destra rigorosa che raccoglie l'élite dei ricchi del Nord e che si identifica pienamente con la nuova fase di potenza della borghesia occidentale rappresentata dalla troika:
Fondo Monetario Internazionale, BCE ed Unione Europea.

 E' di destra separatista e xenofoba la Lega;

E’ diventato di destra, il PD, maturando questa scelta nel tempo.

Il PD è come sappiamo il prodotto di due culture politiche quella della DC, DC di sinistra che si raccoglieva nella Margherita e del PCI migliorista, diventato alla Bolognina DS che aveva abiurato il socialismo, la rivoluzione d'ottobre, Stalin e l'URSS scegliendo di diventare non un partito socialdemocratico ma soltanto democratico, o meglio una nuova Democrazia Cristiana.

  Il PD quindi oggi è un partito che pur continuando ad essere votato da un elettorato fidelizzato proveniente ancora dai vecchi PCI e DC non è più e neppure alla lontana un partito dei lavoratori e del ceto medio.

Infatti ha candidato persone del mondo della imprenditoria e con cariche di enorme rilievo nelle associazioni padronali.

 Il PD è un partito che è nei canoni richiesti dalla Trilaterale che vorrebbe essere europeista quanto Monti e forse di più, anche se recentemente si è accorto che il  suo appiattimento sull'establishment europeo era diventato troppo scandaloso. 

E' anche un partito di persone che ritengono Bersani la continuazione dei segretari del vecchio PCI e che continuano a pensarlo come un partito comunista e continuerebbero a farlo anche se dovesse mettere in catene gli operai.

Poi c’è Grillo e il M5S, che all’inizio sembrava proporre politiche anti europeiste, come la nazionalizzazione delle grosse imprese, salario sociale, riduzione dell’orario di lavoro, riappropriazione dell’autonomia monetaria, ecc.

 ma oggi nello scontro con chi propone un governo insieme al Pd, invece di evidenziare le differenze politiche e programmatiche, ossia

  • §  “non è possibile un’alleanza con chi propone la continuità con le politiche liberiste capitaliste imposte dalla Troika, politiche che ci hanno condotto all’attuale crisi ”,


 si limita a dire che non è possibile governare con i partiti esistenti, perché ritenuti mangioni e scialacquatori, e nelle poche interviste ai parlamentari del M5s, si limitano ad evidenziare le riduzioni di stipendio e qualche spreco, e della necessità di ridurre le spese della politica.

 Si parla tanto dei costi della politica, della necessità di eliminare il sovvenzionamento ai partiti, ma siamo sicuri che ciò ci farà uscire dalla crisi, o è solo un palliativo, facciamo un po’ di conti,

§  La politica ci costa 6 miliardi di euro l’anno, troppi senza dubbio, ma briciole in confronto ai 9 miliardi che ci costa il vaticano, o i 100 miliardi del giochetto di speculazione sul debito pubblico, senza menzionare i miliardi di euro, 
scarica  IL DECRETO DI RIFINANZIAMENTO DELLE MISSIONI  di guerra decreto legge,  222  del 28/12/2012, o i due miliardi di euro x  l’acquisto di due sottomarini 212 A dalla Germania, per non parlare del pareggio di bilancio inserito in costituzione, del Fiscal Compact, e del M.E.S. (meccanismo europeo di stabilità) che ogni anno ci costerà  40 miliardi di euro per i prossimi 20 anni.

E di questo che si dovrebbe parlare e marcare le differenze, altrimenti il popolo non capisce, se la differenza tra le forze politiche in parlamento, è solo una questione di riduzione dei  costi, è naturale che non solo la gente comune, ma anche una parte di parlamentari del M5s si chiedano il perché non governare insieme, alla fine basta accordarsi sull’eliminazione degli sprechi, dopo tutto sono tutti d’accordo.

Se il M5s non evidenzia fortemente la differenza di linea politica, la necessità di uscire dal ricatto della troika, l’urgenza della riappropriazione dell’autonomia politica e monetaria e il piano del capitalismo europeo di un progressivo azzeramento della sovranità popolare, viene spontanea la riflessione che:
  In Parlamento  c'è un solo partito, la destra.

Per una contraddizione inquietante e per me inspiegabile e sconcertante la crisi spinge la gente verso destra.

In fondo se oggi abbiamo il dramma degli esodati, le riforme del mercato del lavoro, questo si deve non solo alla Fornero ed a Monti ma anche al PD ed alla CGIL che non hanno voluto difendere i diritti ad una giusta pensione ed alla giusta causa in caso di licenziamento.

   Insomma se in Parlamento la pensano tutti allo stesso modo e sono tutti varianti dello stesso tema, se tutti suonano la stessa musica, perchè non si mettono d'accordo e fanno un bel governo di regime tutto fatto delle varie destre italiane che sarebbe apprezzato dalla Merhel, da Barroso, dall'Ambasciatore USA, da WallStreet e quindi dai "mercati"?

 Perchè non si mettono tutti d'accordo e nominano un Presidente liberista ed europeista ed atlantista e magari donna così tutte le donne italiane ne sarebbero contente anche se poi farà come e peggio di un maschio il suo sporco lavoro di notaio ed esecutore delle decisioni della eurocrazia e del governo?

  A chi giova questa interminabile lite tra persone della stessa cultura sociale e politica?

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