Referendum Grecia: il popolo rivendica la propria autodeterminazione.


Nonostante da parte dei media e dei vari governi europei, vi è stata una disinformazione e una forte pressione i greci hanno saputo guardare con calma i fatti della crisi e hanno respinto il ricatto della Troika.


Il referendum è stata una prova di democrazia e di razionalità politica, un esempio per tutti i popoli europei.

E’ ovvio che dopo la grande prova di dignità e responsabilità dimostrata dal popolo Greco, le difficoltà per la Grecia, ma anche per tutta l’Europa, sono grandi.
Ora Tsipras è di fronte ad un bivio, e da questa scelta dipende il futuro del suo popolo e dell’Europa.

Una, tutta interna all’Europa monetaria, che sostanzialmente si può riassumere in due ramificazioni.

La prima le consuete operazioni di maquillage finanziario, ossia l’accettazione anche se con qualche modifica delle ricette della Troika, e che vedrebbe la fine del leader Greco, ma anche il tradimento davanti al suo popolo.

La seconda meno probabile la cancellazione del debito e l’inizio di un processo di cambiamento per la costruzione di un Europa dei popoli e non finanziaria, opzione a mio giudizio impraticabile e di certo mai accettata dalla Troika.

L’altra strada che non sembra minimamente interessare il governo è quella dell’uscita dalla moneta unica, però Tsipras e Syriza hanno  sempre detto di non voler uscire e le recenti dimissioni del vero leader politico del referendum Varoufakis, dimostrano la volontà di non voler intraprendere quella strada.

Suppongo che il governo greco insisterà con l’idea di voler tenere il paese dentro l’euro.

Spero solo che non sfoci in un accordo di basso profilo, che si limiterebbe a rinviare i problemi senza risolverli.

In questo caso Tsipras tradirebbe il mandato degli elettori datogli con il referendum, “quello di non piegarsi ai ricatti della Troika”.

La Grecia gioca una grande partita è se affrontata con coraggio può determinare una vittoria per tutti i popoli che oggi lottano contro quest’Europa della finanza.

Questa non è solo una operazione economica, ma è soprattutto politica, altrimenti la Grecia sarebbe già fuori dall’Europa, ma vi sono potenze che non si possono permettere che ciò possa accadere.

L’America esercita enormi pressioni affinché la Grecia resti all'interno della moneta unica e dell’Europa,  e di certo non lo fa per umanità o per timore di un improbabile impoverimento del popolo Greco, ma semplicemente per evitare che Tsipras si avvicini a Putin mettendo fine a quella spartizione del mondo avvenuta nel dopoguerra, e al rafforzamento del nuovo ordine mondiale.

I Paesi dei BRICS, dopo il vertice in Brasile del 2014, hanno iniziato la costruzione di un nuovo sistema economico. Chi dice "no" al sistema finanziario transatlantico, lo fa perché è stato un fallimento totale.

Lo abbiamo potuto verificare dopo il voto coraggioso dei greci nel referendum. 
Questo sistema potrebbe crollare da un momento all'altro.


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