Marchionne il pescatore.

Proprio come il pescatore che alla fine di un lungo lavoro tira la rete e ne raccoglie il pescato così Marchionne raccoglie i frutti del suo lavoro.

L’obbiettivo del capitalismo e dei fautori di tale sistema è quello di produrre il massimo profitto e poco importa se per farlo si passa sul massacro sociale, si distruggono vite umane o sistemi sociali, e per poterlo fare il momento migliore è quando un paese vive una forte crisi. 


Questa opportunità non poteva fuggire al capitalismo europeo ed ecco che i governi europei hanno perseguito una politica di riduzione dei diritti dei salari, una restrizione delle tutele sociali e una forte liberalizzazione e privatizzazione delle ricchezze.

La parte da leone nel nostro paese la fatta Marchionne divenendo il simbolo del capitalismo mondiale, il lavoro da lui condotto è stato quello di ariete nel distruggere regole, diritti, e quel sistema di relazioni sindacali che regolamentava l’enorme potere delle aziende nei confronti del singolo lavoratore.

Ed ecco che i poteri decisionali europei adoperando Marchionne come richiedente, Renzi come capo di Governo, Napoliano e Mattarella come garanti e sostenitori, hanno scardinato e distrutto anni di lotte e conquiste operaie.

In primis l’operazione di Marchionne è stata quella di scippare la Fiat agli italiani, nonostante abbia ricevuto da parte dello stato oltre cento miliardi di euro, lo ha fatto spostando la sede legale a Londra quindi la Fiat è made in England, poi arriva l’attacco ai diritti ed ecco la decisione di uscire da confindustria per aver mano libera e non sottostare agli accordi in essere che vi erano tra le parti, ed ecco gli attacchi ai diritti partono con una serie di richieste che vengono avvallate dai restanti interlocutori, governo e garanti, che scardinano definitivamente diritti e regole attraverso l’eliminazione dell’art.18 e l’introduzione di norme come lo Job Act.

Infine l’attacco ai salari, ecco che prima si inventa un contratto ad personam, ossia Fiat poi raggiunto il primo step ecco che passa al successivo ossia l’eliminazione dei rinnovi contrattuali, volgarmente detto aumento salariale, ed ecco che quel meccanismo che ti permetteva di recuperare, anche se minimamente, l’inflazione persa viene eliminato e sostituito con un bonus vincolato all’andamento dello stabilimento, con un meccanismo oscuro e non verificabile, quindi azzerato.

E tutto ciò è passando attraverso la volontà e complicità di forze politiche e sociali, ma quest’ultime non potevano pensare che ciò sarebbe passato senza conseguenze anche per loro, dovevano scegliere se rimanere quello strumento di difesa dei diritti dei lavoratori o rimodellarsi a strumento di compartecipazione alle esigenze aziendali.

Per la maggioranza di essi come Cgil, Cisl, Uil, Ugil, Uilm, Fismic, lo era da tempo e la scelta non è stata certamente un problema, cosa diversa per la Fiom e la sua storia, che ha vissuto tale decisione con sofferenza e profonde spaccature prima di allinearsi alla decisione comune.

Decisione che può essere condivisa o no alla fine è stata la stessa che la stragrande percentuale di operai fa fatto quando ha deciso di piegarsi ai voleri padronali, ( x il bene della famiglia” “x la sopravvivenza dell’organizzazione”).

Ma ciò non è bastato al padronato, per loro il sindacato deve essere svuotato di qualsiasi contenuto che possa essere di intralcio ed ecco che si sostituisce ad esso con i rapporti con i lavoratori, le comunicazioni ai lavoratori di problematiche e decisioni, vengono fatte dai diretti superiori, togliendo anche l’ultimo ruolo che avevano, ossia di portavoce delle volontà aziendali, rilegandolo solo ed esclusivamente a soggetto utile per la stipula di norme e richieste previste per legge ove necessita la firma dei rappresentanti dei lavoratori.

Certo che tale scelta può essere condivisa o no, ma a tal scopo che utilità ha questa forma di sindacato per i lavoratori?.

Ed ecco che oggi assistiamo a 2 manifestazioni completamente opposte,
  • ·         una la festa del lavoro, la morte del 1 Maggio  un rito celebrato da coloro che hanno votato o accettato la Job Act e che stanno affossando la Repubblica Parlamentare, tutte quelle organizzazioni sociali sopra-descritte,


  • ·         dall’altro un 1 Maggio di lotta dove vede sfilare un movimento variopinto fatto da O.S. di base antagonisti, studenti, un movimento No Expo che lottano contro il capitalismo per rivendicare diritti veri, istruzione pubblica, contro questo sistema di apparenze che in realtà pone il profitto al di sopra dell’uomo, si batte per un mondo migliore, corteo che non vede la reale partecipazione della Fiom perché coerentemente con le sue decisioni a scelto la sopravvivenza dell’organizzazione alla volontà di volare alto e difendere i diritti e i lavoratori.

Magari in tanti troveranno dei distinguo per giustificare la loro assenza dalla manifestazione di lotta No Expo, diranno di non condividere la natura violenta di alcuni di essi, ma chi sono i violenti coloro che impongono governi dall’alto senza il parere del popolo, coloro che con le loro azioni impoveriscono il popolo e lo spingono alla miseria, atti estremi o a delinquere, coloro che stanno distruggendo il nostro paese o coloro che si battono in difesa di ciò magari sfasciando qualche vetrina simbolo del potere o lanciando qualche pietra, come diceva Pertini un popolo oppresso ha il diritto di sovvertire lo stato di cose e lo deve fare in tutti i modi, questo è un regime di fascismo e va abbattuto.


Ed ecco che Marchionne simbolo del capitalismo tira la rete e a differenza del pescatore la sua è ben colma di ricchezza, grazie a sindacati e politici servi del potere e non del popolo. 

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