Come automi, la trasformazione dell’uomo…

 

Chi sono, secondo voi, i veri padroni del mondo?  


Chi decide?

                Chi tira le fila?

                         Chi comanda davvero? 

Ufficialmente dovrebbero essere i governi, i politici, le nazioni.  Ma non è così.

 Se volete continuare a credere alla favoletta delle grandi democrazie occidentali, dei popoli che attraverso il voto scelgono i propri rappresentanti  e dei leader politici che lavorano per il bene comune,  questo foglio il mio blog informativo non fa per voi.

 In tal caso, meglio che torniate a guardare i telegiornali  o quei siti e pagine social perfettamente allineati alle versioni ufficiali dei fatti che diffondono le voci dei padroni, quelle che vi rassicurano, che vi coccolano come le fiabe per bambini della buonanotte.  La verità è molto meno piacevole.  E la verità è che la democrazia è una messinscena ben costruita,  un palcoscenico su cui attori scelti recitano copioni scritti da altri e, una volta eletti, eseguono gli ordini calati dall'alto.

 I veri registi non si candidano,  non compaiono nei talk show, non rilasciano interviste,  non sono nemmeno nelle classifiche dei più ricchi o influenti.

I veri padroni del mondo stanno nell'ombra e da lì decidono le sorti dell'umanità.

 È la grande finanza che muove tutte le pedine e al centro ci sono quattro nomi chiave Black Rock, Vanguard, State Street, Fidelity.

 Quattro gruppi di investimento, di origine Israeliana, ( questo spiega perché i leader  Israeliani, colpevoli di genocidio, crimini di guerra, terrorismo, continuano inpunemente i loro massacri) che da soli controllano le più grandi aziende al mondo.  Energia, farmaceutica, banche, media, armi, tecnologia.  I loro amministratori delegati siedono a tutti i tavoli che contano di più,  dal World Economic Forum al G20.

 Nessuno li ha mai votati, ma sono più potenti di qualsiasi nazione. Questo poker d'assi dell'oligarchia finanziaria tiene in pugno Wall Street, le borse globali e la politica.  Nessuna legge importante passa, nessun governo resiste se loro decidono il contrario.

 È attraverso investimenti e partecipazioni incrociate che questi signori spostano eserciti, affamano popoli, destabilizzano economie e scatenano rivoluzioni a comando. Dietro ogni guerra c'è sempre uno di questi fondi che ci guadagna. 

Le decisioni strategiche si prendono ad Avos, al Club Bildenberg e alla Commissione Trilaterale.

 Incontri blindati, senza verbali, senza dirette,  senza testimonianze di alcun tipo, dove la parola trasparenza è proibita. A tutto questo si aggiunge la nuova aristocrazia digitale, i padroni delle piattaforme social, aziende che non solo intermediano l'economia, ma controllano l'informazione, la narrazione e il pensiero. Decidono cosa è vero e cosa no, cosa può essere detto e cosa deve essere silenziato, algoritmi messi a punto per manipolare e distrarre.

 E indovinate chi li finanzia? Sempre loro, BlackRock e Vanguard sono tra i principali azionisti delle Big Tech. Dietro e dentro tali gruppi ci sono alcune famiglie storiche che agiscono come direttori d'orchestra.I Rockchild, con il loro impero bancario.

I Rockefeller, dominatori dell'industria petrolifera e architetti di istituzioni globali come OMS e ONU. I Morgan, fondatori di JP Morgan  e Burattinai della Federal Reserve.  Le stesse famiglie siedono nei consigli di amministrazione di fondazioni filantropiche, come la Bill e Melinda Gates Foundation, che decidono come dobbiamo vivere, curarci, cosa dobbiamo consumare, mangiare, pensare.

E in tutto questo, pensate davvero che con il vostro voto si possano cambiare le cose? I partiti sono finanziati da lobbisti,  i medi appartengono a chi li finanzia, tutto è collegato e interconnesso, il potere è verticale, non orizzontale. Il popolo sovrano è un'illusione, un concetto da libro di scuola, anzi, da libro fantasy, utile per farci sentire partecipi mentre obbediamo in silenzio.

In tanti si chiedono, ma esiste una via d'uscita? 

Sì, anche se è dura. Non possiamo aspettarci che la soluzione  venga da chi ha creato il problema. Serve un cambio di paradigma, un risveglio, che non sarà certo collettivo, sia chiaro,  le masse continueranno a dormire, come è sempre stato, ma è sufficiente una minoranza critica, risoluta e consapevole per mettere in moto il cambiamento.  E secondo me quella minoranza esiste già là fuori, lo dimostrano le forti manifestazioni contro la guerra, il pensiero dominante, la Nato, a sostegno del popolo Palestinese, ma non si è ancora organizzata e coordinata a dovere.

Tra il 30 novembre e il 1° dicembre 1999, Seattle divenne teatro di un evento che segnò la nascita di un movimento globale contro la globalizzazione – anche riconosciuto come movimento no global: migliaia di attivisti si radunarono per protestare contro il WTO Millennium Summit, dando vita a una delle manifestazioni più emblematiche contro la globalizzazione economica e il capitalismo, quel movimento fu stroncato a Genova nel 2001 con la mattanza di stato. Dobbiamo continuare quell’esperienza, coscienti che un gruppo di cittadini impegnati e consapevoli possa cambiare il mondo.

In effetti è solo così che è sempre andata.  Tale impeto, però, deve essere concreto, non astratto.

 Gli slogan stile peace and love e lo spiritualismo new age non bastano più. Le soluzioni si chiamano educazione e informazione libera, indipendenza economica,  comunità locali e reali,  fare rete,  boicottaggio consapevole, consumo critico,  disobbedienza civile e intelligente.

È un lungo percorso di risveglio e consapevolezza.

 E attenzione, i veri nemici non sono quelli che la pensano diversamente da te.  Non sono il vicino che vota un altro partito, l'amico che si fida ancora della tv o il collega che ignora tutto questo.  I veri nemici sono quelli che stanno sopra entrambi,  ovvero i veri padroni del mondo, quelli che da millenni  ci dividono per controllarci, che ci mettono l'uno contro l'altro  mentre si arricchiscono indisturbati.

 Per questo è il momento di smettere  di combattere tra poveri  e cominciare a guardare in alto, di riprenderci ciò che ci è stato tolto, la dignità, la libertà, la verità.  Non sarà facile né veloce, ma succederà e sarà un “altro mondo  è possibile”.

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